MAFIA CAPITALE
10:21 pm, 10 Ottobre 16 calendario

Mafia Capitale, Venafro rinuncia a testimoniare

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA Anche Maurizio Venafro non testimonierà nel processo Mafia Capitale. L’ex capogabinetto del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, assolto lo scorso luglio in un altro filone dell’inchiesta, era atteso nell’aula bunker di Rebibbia. Ma i legali di Salvatore Buzzi, che lo avevano citato come testimone, avendo saputo con anticipo della sua volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere, hanno deciso di rinunciare alla sua deposizione.
Venafro è l’ultimo di una lunga serie di testimoni, citati dalle difese, che hanno scelto la strada del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere in quanto indagati. Tra loro ci sono l’ex sindaco Gianni Alemanno, imputato in un altro filone dell’indagine, il quale però ha affermato che parlerà “nel suo processo”, o il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori, che addirittura seppe di essere indagato solo una volta giunto in aula. Per Leodori, come per Nicola Zingaretti, atteso in veste di testimone il prossimo 19 ottobre, lo scorso luglio la procura ha chiesto l’archiviazione delle indagini, che presto potrebbe essere accolta dal Gip.
L’udienza di ieri si è aperta con l’audizione del perito Edoardo Arena, il quale ha ottenuto il via libera dal tribunale per l’acquisizione con pratiche non forensi dei dati contenuti in alcuni telefoni finora non analizzati (due di proprietà di Massimo Carminati, uno di Riccardo Brugia). Ma ancora una volta  nell’aula bunker di Rebibbia ha tenuto banco lo scontro fra Salvatore Buzzi (nella foto del Ros) e Franco Panzironi, ex ad di Ama. L’ex presidente della coop 29 giugno, secondo i propri legali, Alessandro Diddi e Piergerardo Santoro, che ieri hanno fatto acquisire nuovi documenti, sarebbe stato vittima di una tentata concussione, quando nell’agosto del 2009 vide revocarsi un subappalto sui cimiteri per non aver pagato una tangente da 100 mila euro.
«Noi abbiamo vinto una gara – affermava Buzzi in una dichiarazione spontanea risalente al gennaio 2010 – che ad oggi non ci è stata ancora consegnata, nella quale credo di essere parte lesa, poiché sono state poste in essere una serie di condotte intese ad escluderci». Tuttavia, la tesi, smentita con forza dai legali di Panzironi, che hanno annunciato una querela nei confronti di Buzzi, viene considerata ininfluente dalla procura, anche perché il presunto reato non venne denunciato alle autorità competenti negli stessi termini.
MARCO CARTA

10 Ottobre 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo