Nicola Bernardi
6:20 pm, 18 Luglio 16 calendario

Shopping sul web bluff in agguato

Di: Redazione Metronews
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Vi è mai capitato mentre navigate in internet di vedere lievitare improvvisamente i prezzi di qualche biglietto, andando allora a cercare offerte migliori su altri siti web per poi tornare al precedente e scoprire che il costo è aumentato ulteriormente? Oppure avete visto sgonfiare in un attimo il prezzo di un certo prodotto quando ormai lo avete già acquistato ad un prezzo maggiore?
Non siete stati sfortunati, ma vi siete imbattuti in uno dei tanti bluff di internet, quale è il “dynamic pricing”, una tecnica utilizzata dai guru del marketing online per variare strategicamente i prezzi di prodotti e servizi in base ad algoritmi che tengono conto della domanda e dell’offerta, della concorrenza, ma anche dei vostri comportamenti online. Ad esempio, sapete perché molti siti danno la possibilità di accedere ai servizi booking tramite il vostro account Facebook? a parte la comodità di non dovervi registrare, forse non sapete che effettuando il login attraverso Facebook, permettete a quel sito di accedere alle informazioni del vostro profilo social, dando la possibilità di conoscere tutta una serie di minuziosi dati come la vostra posizione geografica e la lingua che parlate, la vostra data di nascita, sesso e stato civile, il vostro grado di istruzione e la vostra attività lavorativa, ma anche tutti i “mi piace” che avete cliccato: una vera e propria miniera d’oro di informazioni utili a stabilire il prezzo che siete personalmente disposti a pagare per un viaggio, un concerto o altri prodotti in vendita online.
Attenti alla privacy se, comprando online, i prezzi salgono
Secondo la testata americana ABC News, molte aziende che vendono su internet non solo profilano gli utenti online, ma li classificano in categorie predefinite di consumatori come “amanti dello shopping”, “clienti occasionali”, o “grandi spendaccioni”, e in base all’etichetta con cui venite contrassegnati i prezzi saliranno o scenderanno in un batter d’occhio, consentendo ai venditori online di spremere i clienti come limoni ed aumentare i loro profitti in media del 25%.
Con dispiacere per quelli che ancora oggi affermano che la privacy non è importante perché non hanno niente da nascondere, sta di fatto che per stabilire la somma che risponde al vostro grado di interesse e al vostro portafoglio, molti siti web vanno letteralmente a rovistare nei vostri dati personali.
 
NICOLA BERNARDI
presidente di Federprivacy

18 Luglio 2016
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