Maurizio Guandalini
4:22 pm, 10 Maggio 16 calendario

A quando un musulmano sindaco di Roma?

Di: Redazione Metronews
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E in Italia? A quando un musulmano sindaco di Roma? L’elezione di un islamico pakistano a primo cittadino di Londra è un evento che va ridimensionato. Non sarà una tendenza. Certo, è il simbolo di una buona integrazione tra razze. Ben oltre gli esempi di New York che ha un sindaco di origini italiane, de Blasio (e anni indietro Fiorello La Guardia di Cerignola), o, un nero, Obama, alla presidenza degli Stati Uniti. Ma, soprattutto, è sintomo di  buona integrazione tra religioni: l’elezione di un musulmano nel momento di maggiore caos sul tema non  avverrebbe nemmeno negli States per la guida di una contea. È indiscutibile che la Gran Bretagna, come gli Stati  Uniti, sono riusciti a fare una sana integrazione, con regole precise di ingresso, lontana anni luce da quella italiana, misericordiosa, che tiene l’immigrato in quota “diverso”. Una integrazione, quella londinese, che valuta le persone per la loro onestà, capacità e non per razza e religione. C’è anche dell’altro: la City è tra le prime ad aver aperto alla finanza islamica divenendo la piattaforma  più favorevole di attrazione degli investimenti dall’area Gulf&Med. Risultato, per noi italiani, difficile anche da spiegare. Attenti, però, a  vedere il caso londinese come un trend prossimo venturo in Europa. Londra non è la Gran Bretagna e la Gran Bretagna non è Londra.
Dovrà passare molta acqua sotto i ponti per vedere un musulmano inquilino
a Dowing Street, al posto di Cameron
Nella carica di Sindaco, di Londra, c’è poco  di politico: ha meno  poteri dei nostri sindaci. Nella capitale inglese si deve occupare solo di far funzionare i trasporti o poco più. I dossier che scottano, di politica-politica, ad esempio l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, sono materia esclusiva dei leader e dei partiti tradizionali, di destra, sinistra, liberali e nazionalisti. Dovrà passare molta acqua sotto i ponti per vedere un musulmano inquilino a Dowing Street, al posto di David Cameron. Per non parlare come sostituto di Renzi, Hollande o della Merkel.
Staremo fermi al primo step di sindaco per generazioni. Quello che prevale in Europa e nelle stesse elezioni statunitensi, con Trump che va a muso duro contro islam e immigrazione, è un sentiment in difesa, paure antiche (miste a improvvisazione) che, a torto o a ragione, i ripresentano. In Austria (storicamente intenta a fermare le invasioni da Est, Ovest, Sud, Nord) come in Italia (dove non è pervenuta la legge sulla cittadinanza per i figli immigrati).
 
MAURIZIO GUANDALINI
economista e giornalista

10 Maggio 2016
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