Terrorismo Bruxelles
8:20 pm, 22 Marzo 16 calendario

L’ex calciatore Walem “Scampato per un soffio”

Di: Redazione Metronews
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BRUXELLES Quando basta una manciata di minuti per cambiare una vita. Nella ragnatela di esistenze spezzate o modificate per sempre dall’attentato del Brussels Airport c’è anche quella di Johan Walem, ex calciatore di Udinese, Torino e Parma e ora allenatore, il quale ha evitato la bomba di un’ora prendendo un aereo alle 7 e passando proprio da quella hall per imbarcarsi poco prima che diventasse un’inferno. Sarebbe bastato un contrattempo o una scelta diversa del volo per finire lì, riverso a terra nella hall dello scalo «che puoi cercare di controllare come ti pare ma è troppo grande. Lì è facile che entri di tutto».
Signor Walem, cosa è successo?
Guardi, sono ancora sotto choc. Sono passate alcune ore ma non penso ad altro. Sono passato di lì alle 7, poco prima dello scoppio. Sembrava tutto tranquillo: solita polizia, solito via vai di persone. Ho preso l’aereo e quando sono arrivato in Italia mi è scoppiato il telefono di messaggi e chiamate e ho capito.
Bastava un ritardo per cambiarle la vita
Eh, ci ho pensato. Ma ho pensato soprattutto ai miei: a mia figlia che prende il metrò tutti i giorni, alla mia fidanzata che lavora a uno sputo da lì, dall’aeroporto. Per fortuna stanno bene. Mi sono sentito e mi sento male, poi ho visto le immagini: ci sono andati di mezzo innocenti e bambini, è assurdo uccidere cosi. Sono davvero senza parole, da ore: un’ora dopo, magari una scelta diversa di aereo e potevo esserci io.
Ma a Bruxelles si respirava aria di tensione?
Direi di no se non negli ultimi giorni. La nostra è una città multietnica da sempre, quanto si è scritto non rispondeva al vero. Certamente dopo l’arresto di Abdeslam qualcosa è cambiato, si sentiva più tensione per strada, ma abbiamo sempre fatto la nostra vita.
Secondo lei come si potrebbero evitare tragedie come queste?
Secondo me bisognerebbe parlare di più con queste persone e con queste comunità. Capire meglio cosa vogliono, entrare nelle loro teste. Mi ripeto, però: contro questa follia non c’è possibilità di rimedio: è barbaro uccidere a caso e far soffrire i bambini. Non ho parole.
FRANCESCO FACCHINI/alaNEWS
 

22 Marzo 2016
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