VIRGINIA RAGGI
12:01 am, 25 Febbraio 16 calendario

Per governare Roma sarebbe più facile ripartire da zero

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’interesse dei media nazionali ed esteri dimostrato ieri nella sua prima conferenza stampa per la corsa al Campidoglio rende l’idea di come Virginia Raggi sia la candidata che a Roma “rischia” di vincere. E di governare una città talmente complessa, che «sarebbe più facile ricostruire tutto da zero, per poterle dare ordine».
Con Metro l’aspirante sindaco ha approfondito alcuni dei temi cardine del suo programma: trasporti e trasparenza, ma non solo.
Nel “podio” scelto dagli iscritti al movimento manca il turismo. Una risorsa che grida vendetta.
È una risorsa molto seria, anche se non l’unica. Roma non può vivere di solo turismo, ma oggi non attrae quanto potrebbe. La media dei soggiorni nella Capitale è di 2,5 giorni per visitatore. Che il più delle volte non torna. Basterebbe investire in idee più che in progetti faraonici. La piantina dei Fori Imperiali distribuita all’Infopoint del Colosseo è una fotocopia quasi illeggibile. Nel 2016 è così difficile creare un’App che consenta ai turisti di orientarsi? O promuovere percorsi museali agevolati? Inoltre, Roma vanta un’infinità di tesori non solo tra i Fori e San Pietro. Vorremmo promuovere itinerari tra le bellezze archeologiche e storiche delle periferie, recuperare le tradizioni artigiane, creare opportunità di lavoro anche al di là delle mura Aureliane. E poi c’è il polo fieristico, che deve ripartire.
I turisti nella Capitale ci restano 2 giorni e mezzo, e molte volte scappano per non tornarci più. Come le ha fatto notare un giornalista straniero in conferenza stampa i romani  stessi non brillano per correttezza ed educazione.
Come ho già detto, per troppo tempo è mancata una classe dirigente all’altezza, e il cattivo esempio genera anche questo tipo di fenomeni. Ma mi lasci dire che nemmeno i turisti sono sempre un modello di civiltà. Di bagni nelle fontane e atti vandalici commessi da stranieri sono piene le cronache. Lo scempio alla fontana della Barcaccia in piazza di Spagna non è stato certo colpa dei romani.
Trasporti. Atac è un buco nero. Per investire basta razionalizzare le spese?
Bisognerebbe farlo sul serio, a partire dal numero dei dirigenti. Il nuovo ad si sta muovendo in questo senso. Ma c’è tanto da fare. In Atac il sistema di bigliettazione è ancora irregolare: per ogni titolo di viaggio obliterato non c’è la relativa registrazione. Non ci sono controllori, e noi vogliamo recuperare l’evasione. Anche qui non si tratta di spendere, ma di allocare uomini e risorse dove servono. Si potrebbero introdurre i tornelli alle uscite dei metrò, una spesa che nel tempo si rivelerebbe un investimento. E poi bisogna rivedere tutti i servizi affidati da Atac all’esterno.
Lei crede? Atac ha riportato al suo interno le riparazioni degli autobus, però ne circola quasi un quarto in meno.
Lo sappiamo, il vero motivo è che mancano i pezzi di ricambio, che tra l’altro costano ai romani fino a tre volte il loro valore di mercato. E ancora: su una flotta con un’età media di 10 anni, i mezzi più nuovi girano con sospensioni inadeguate alle strade di Roma, ma se ne sono accorti dopo.
Car e bike sharing, si può migliorare?
Si potrebbe modificare il car sharing del Comune sul modello di quello privato, con la possibilità di parcheggiare le auto ovunque. Il bike sharing a Roma non esiste. Penso che con un piano regolamentato di sponsorizzazioni agli stalli, potrebbe finalmente partire.
La precedente amministrazione stava per lanciare il Grab, il Grande raccordo anulare delle biciclette, che non aveva un costo elevato.Si può ripartire da lì?
Ne abbiamo parlato con le associazioni e con chi usa la bicicletta per andare da casa al lavoro. Sostengono che il Grab è un progetto piacevole per i turisti. È un anello, che gira intorno al centro ma non lo collega con le periferie. Roma ha una conformazione stradale concentrica. Sarebbe più utile una rete di ciclabili pensata come alternativa alla mobilità privata su auto.
Trasparenza. È d’accordo con la rotazione dei dirigenti capitolini e dei vigili?
La rotazione territoriale non basta per evitare episodi corruttivi, occorre anche la rotazione dei ruoli. Ma per fare questo c’è bisogno di corsi di formazione. Che hanno un costo, ma che sono necessari.
In conferenza stampa ha citato i 400 milioni di euro che il Comune “elargisce” al Vaticano ogni anno per tasse non riscosse. Qui la Chiesa pesa molto sulle scelte politiche.
Sugli immobili del Vaticano che producono reddito è stato il Pontefice a sottolineare che sarebbe giusto pagare le tasse, non io.
Razionalizzare le spese vuol dire anche intervenire sulla macchina amministrativa. Roma ha 24 mila dipendenti. Dovrà mettere le mani anche lì. Chi ci ha provato si è ritrovato scottato.
Questa città vive di equilibri distorti che si sono consolidati nei decenni. Ci sono stati sindacati che hanno barattato diritti e tutele dei lavoratori in cambio di assunzioni. Ne hanno fatto le spese i dipendenti. Nessuno ha pensato di battersi per rinegoziare compiti e diritti dei lavoratori.
Parliamo di Affittopoli, uno scandalo che torna ciclicamente a occupare i titoli dei giornali. A Roma esistono occupazioni sociali, nate anche in immobili abbandonati del Comune e in quartieri sprovvisti di spazi aggregativi. Che destino pensa debbano avere?
Questa città ha subito un vuoto politico e amministrativo tale, che in molti casi i cittadini si sono “fatti Stato”. Noi siamo aperti al confronto, ma la conquista di spazi di aggregazione ci deve essere nel rispetto della legalità. Gli immobili o le strutture inutilizzate possono essere assegnati attraverso bandi che rispondano alle esigenze di chi abita in quel quartiere.
PAOLO CHIRIATTI
 
 

25 Febbraio 2016
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