Scuola
10:43 pm, 13 Dicembre 15 calendario

Modello Mamiani Studio e curiosità

Di: Redazione Metronews
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ROMA La prestigiosa classifica Eduscopio della Fondazione Agnelli lo ha da poco promosso ai vertici del sistema scolastico: il Mamiani è il primo liceo di Roma e uno dei migliori in Italia. Metro ne ha parlato con la preside Tiziana Sallusti.
Qual è il segreto di questo successo?
Nessun segreto, ma un insieme di ingredienti preziosi: insegnanti seri e preparati, ragazzi in gamba, famiglie attente, curricola tradizionali e, contemporaneamente metodi in continua evoluzione. Il nostro liceo, fino ad ora, ha fatto la scelta di lavorare su un curriculum tradizionale, senza l’introduzione di ulteriori discipline, puntando sul metodo di studio, sulla metacognizione, sull’imparare a ragionare, oltre che, ovviamente, sui contenuti. I nostri studenti provengono da tutta la città, studiano molte ore al giorno per raggiungere dei buoni risultati che poi spenderanno all’università e nel mondo del lavoro. Sono certa che moltissime scuole pubbliche statali lavorano in questa direzione: la formazione integrale dell’uomo e del cittadino, a prescindere dai punteggi emersi nell’indagine di eudoscopio.
Le studentesse e gli studenti del suo liceo hanno da poco terminato l’autogestione dopo aver «bloccato» l’occupazione. Qual è il bilancio?
Il bilancio è positivo: la maggioranza dei ragazzi ha rifiutato l’occupazione, forma di agitazione illegale, sterile, fine a se stessa. Gli studenti hanno attivato una didattica centrata su questioni di loro interesse: dal terrorismo al volontariato, dai problemi del mondo del lavoro alla Legge 107 e poi corsi di musica, sport, parkour, ambiente, poesia, letteratura, fotografia, salute. Alcuni docenti della scuola, oltre a degli esterni, hanno collaborato con i ragazzi e questo crea un ponte, un rapporto tra generazioni e tra diversi punti di vista su questioni di loro interesse.
Pensa che questa forma di organizzazione possa essere estesa come modello didattico a tutte le scuole?
Difficile istituzionalizzare un periodo di autogestione, ma credo sarebbe possibile, anzi utile, su proposta degli studenti progettarla all’inizio dell’anno, inserirla nel Piano dell’Offerta formativa, renderla più partecipata, un momento di crescita e di responsabilizzazione, di creatività e di cultura.
Qual è la sua opinione sui giovani di questa generazione?
Intelligenti, vivaci, ideativi, ma contemporaneamente confusi e fragili nelle emozioni e nelle relazioni interpersonali… Questo però dipende da noi adulti: confusi, fragili ed incapaci di guidarli e sostenerli con coerenza e coraggio!
METRO

13 Dicembre 2015
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