MAFIA CAPITALE
10:45 pm, 9 Novembre 15 calendario

Da Alemanno a Totti il racconto di Odevaine

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA «Quando si insediò al Campidoglio, Gianni Alemanno trovò nel sistema delle coop di Salvatore Buzzi il suo punto di riferimento per il sociale, era lui ad aggiudicarsi tutti i lavori». Inizia così la versione dei fatti su Mafia Capitale resa da Luca Odevaine, ex capo di gabinetto dell’ex sindaco Veltroni ed ex componente del tavolo nazionale sull’immigrazione. Un sodalizio, quello con Buzzi, nato dal «rapporto di conoscenza che  tra Alemanno, Buzzi, Mancini, Carminati e l’onorevole Piso, nato in carcere anni prima», secondo le dichiarazioni fatte da Odevaine lo scorso 15 ottobre ai magistrati dal carcere di Terni.
Ovedaine, per il quale sono stati recentemente disposti i domiciliari, ha spiegato che Alemanno gli chiese di rimanere in Campidoglio fino a luglio, affiancandogli Riccardo Mancini (ex ad di Eur Spa) e Vincenzo Piso, i quali «mi dissero di voler inserire nei ruoli apicali e dirigenziali persone che, a prescindere dalle competenze, fossero di loro fiducia. Inoltre  Mancini mi disse che era stata pattuita una tangente, pagata da Caltagirone (che smentisce e annuncia querela a Ovedaine e Mancini per diffamazione e calunnia, ndr), in relazione all’affare edilizio della Bufalotta, a favore dell’ex capogruppo del Pd Marroni (che ha subito querelato Odevaine ndr), Smedile e Alemanno».
La scorta privata al Capitano
Odevaine ha raccontato anche che alcuni vigili del Pronto intervento centro storico  sarebbero stati pagati in nero da Francesco Totti per proteggere il suo primogenito quando aveva un anno: «Un ultrà giallorosso da poco uscito dal carcere raccontò a Totti che alcune persone gli avevano proposto di rapire il figlio del Capitano in cambio di 50 mila euro. Ne parlai col colonnello dei carabinieri Salvatore Luongo, col questore Nicola Cavaliere e col prefetto, non ricordo se Del Mese o Serra, i quali, tenuto conto della genesi e della natura della notizia, convennero che non era il caso di investire il comitato per la sicurezza. Totti pagava i vigili tramite me».
Il potere dei camion bar
Per Odevaine la famiglia Tredicine-Falasca, finanziava tutta la politica romana: «Nel periodo di Veltroni avevo individuato seri problemi nell’assegnazione delle concessioni ai camion bar. Quando Giordano Tredicine fu eletto in Consiglio comunale su 500 licenze rilasciate ai camion bar, 430 erano in mano alla famiglia Tredicine-Falasca».
La replica di Alemanno e Caltagirone
L’ex sindaco  hasmentito in una nota le parole di Odevaine: «La balla più clamorosa riguarda la tangente di Caltagirone per l’edilizia alla Bufalotta, indirizzata a esponenti di sinistra e al sottoscritto. Ma la nostra Amministrazione non  approvò alcuna delibera su Bufalotta, i cui atti politici e amministrativi risalgono tutti all’epoca Veltroni». Anche il gruppo Caltagirone ha smentito categoricamente e annunciato querela a Odevaine, spiegando che l’intera convenzione urbanistica sul quartiere è di proprietà di altri gruppi imprenditoriali. “Il Gruppo Caltagirone – si legge in una nota – ha costruito alcuni fabbricati residenziali nel quartiere acquistando le aree dai suddetti gruppi già convenzionate nonché completamente urbanizzate dai medesimi; Il Cav. Caltagirone non ha mai avuto rapporti né con l’onorevole Smedile né con l’onorevole Marroni, anzi quest’ultimo è stato uno dei più fieri avversari del Gruppo Caltagirone per lui ‘reo’ di avere legittimamente acquistato in borsa una partecipazione in Acea”. “Quanto al Sig. Mancini, che ha cercato per anni di prendere contatti con Caltagirone, tra l’altro, telefonando più volte in ufficio si precisa che Caltagirone non ha mai voluto neanche parlargli al telefono”.
METRO

9 Novembre 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo