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9:08 pm, 26 Maggio 15 calendario

Sgominata super rete di pedofili on-line

Di: Redazione Metronews
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MILANO Vasta operazione internazionale della Polizia delle Comunicazioni, che ha smantellato una rete di pedofili, con quattro misure di custodia cautelare in carcere – una di queste nei confronti di un sacerdote 49enne – e ha individuato ben 223 utilizzatori di materiale illecito, di cui 29 erano italiani. Gli indagati sono residenti in ben 35 Stati di ogni continente. Oltre al sacerdote, sono finiti in carcere anche due disoccupati di 50 e 58 anni e un operaio 51enne. Secondo quanto emerge dalle indagini, il carattere delle immagini e dei video pedopornografici scambiati on line dalla rete criminale era estremamente efferato: si parla di pesanti violenze e atti sessuali commessi nei confronti di bambini con meno di dieci anni e di altri minori costretti ad atti sessuali tra loro e con animali.
Sistemi di scambio sofisticati
Lo scambio di foto e video avveniva attraverso canali di comunicazione on line definiti dagli inquirenti «nascosti e abbastanza sofisticati». Le indagini sono state effettuate dal compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano. Sono state inviate alle autorità degli Stati interessati le informazioni relative a 204 utenti stranieri già individuati dal compartimento di Milano nel corso delle attività investigative, per valutare appropriate azioni in accordo alle legislazioni interne. Si va dal Brasile al Canada, dalla Croazia al Costa Rica, dall’India all’Iran, passando per Usa, Yemen, Singapore, Venezuela, Regno Unito, Pakistan, Francia, Germania, Australia, Israele, Spagna e Sudafrica.
Le indagini non sono finite
«Le operazioni in campo internazionale hanno già restituito i primi riscontri sul coinvolgimento di cittadini stranieri nella produzione e nella diffusione di materiali pedopornografici». Lo hanno precisato gli investigatori, spiegando che nelle perquisizioni in Italia sono stati sequestrati computer, smartphone e dispositivi informatici «di estremo interesse per la prosecuzione delle attività». Le indagini, avviate nel 2012, hanno avuto inizio monitorando gli spazi pubblici di alcuni siti web e in particolare taluni servizi di condivisione di immagini con insistenti e sospetti richiamo a pose di minori».
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26 Maggio 2015
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