Usa-Ue
6:05 pm, 28 Aprile 15 calendario

Libero scambio UE-USA Ma la sicurezza alimentare?

Di: Redazione Metronews
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impreseDal 2013 l’Unione europea sta negoziando con gli Stati Uniti un accordo di libero commercio, il Transatlantic Trade and Investment Partnership (partenariato transatlantico su commercio e investimenti). Il TTIP, questo l’acronimo, coinvolge 50 Stati americani e 28 paesi dell’Unione. L’obiettivo? Favorire gli scambi commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa attraverso la libera circolazione delle merci e l’abbattimento delle barriere doganali, nonché uniformare e semplificare la normativa delle due parti, indicando le procedure che le imprese dovranno seguire per esportare negli Usa. A beneficiarne, secondo la commissaria al commercio Malmstrom, saranno le piccole e medie imprese.
Sono soprattutto le aziende italiane ad avere un gran peso nell’export oltre-oceano: secondo i dati della Commissione europea, su 150mila aziende che esportano in America, 30mila sono italiane e rappresentano il 96% dell’export nazionale generando un giro di affari di 11,2 miliardi. Risulta, dunque, fondamentale per le Pmi europee (e soprattutto italiane) semplificare la normativa per il commercio con gli USA. Ma le legislazioni UE-USA sono spesso diverse e non è sempre facile uniformarle, in particolare nel caso della sicurezza alimentare: la qualità degli alimenti statunitensi è notevolmente diversa da quella del Vecchio Continente. Si veda l’agricoltura: i vasti territori americani sono altamente razionalizzati e le colture intensive (come quella del granturco e della soia, le cosiddette corn e soy belt), con un massiccio utilizzo di fertilizzante. Le dosi di anabolizzanti per gli animali sono elevate. I CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie negli Stati Uniti) stimano che ogni anno 128 mila americani finiscano ricoverati per intossicazioni alimentari. Inoltre, le colture transgeniche (OGM), largamente sfruttate negli USA, sono viste con sospetto nel Vecchio Continente e non sono consentite, per esempio, in Italia, Francia e Germania. Secondo Elena Mazzoni, coordinatrice della campagna Stop TTIP Italia, “il negoziato prevede che, a trattato ratificato, sia un organismo tecnico congiunto USA-UE di cooperazione sulle regolamentazioni ad armonizzare le normative e gli standard senza alcun controllo degli organismi democraticamente eletti”. L’UE, però, rassicura i cittadini europei garantendo che le norme comunitarie relative all’utilizzo degli ormoni e agli OGM verranno rispettate e non ci sarà alcuna omologazione degli standard europei a quelli americani. Sempre Malmstrom ha dichiarato: “Sia l’Ue che gli Usa hanno chiarito che il TTIP non cambierà le attuali misure di sicurezza alimentare”. Altro aspetto che preme a molti paesi dell’Ue, inclusa l’Italia, è quello della concorrenza sleale delle aziende americane che si etichettano Made in Italy, France, Germany ecc. Anche in questo caso, il portavoce della Commissione, Daniel Rosario, garantisce una posizione chiara: “non ridurremo la protezione delle indicazioni geografiche dei nostri prodotti alimentari”.
CELESTE BONUCCI, MARY ELISABETH TRINI
 
 

28 Aprile 2015
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