EUROPA
8:35 pm, 19 Febbraio 15 calendario

La vera posta in gioco della crisi di Atene

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’analisi dei numeri della crisi greca può dare un’idea dell’impatto potenziale di un fallimento della trattativa giunta a una stretta finale. Atene, tra maggio del 2010 e la fine del 2014, ha ricevuto aiuti per 240 miliardi. L’ultimo prestito, in scadenza, è stato rinnovato sino alla fine di febbraio 2015. La cifra è colossale, visto che il Pil ellenico, a fine 2014, era di circa 180 miliardi, con un debito pubblico pari a oltre il 179%.
Una mina pronta ad esplodere
Ed è proprio il debito la vera mina pronta a detonare, secondo tutti gli analisti. Gli oltre 330 miliardi di euro che Atene deve ai suoi creditori sono, infatti, per il 72% nelle mani di due istituzioni: il 60% è  dell’Unione europea e il restante 12% del Fondo monetario internazionale. La parte mancante appartiene per l’8% alla Bce e per circa il 20% ad altri soggetti sparsi per il mondo.
Peso insopportabile
Guardando all’Europa, la Germania ha in gioco ben 60 miliardi di euro, la Francia 45 miliardi e l’Italia 43,5 miliardi. A tutti questi soggetti, al momento di rinnovare i suoi bond, la Grecia paga interessi che, rispetto al potenziale economico del Paese, sono diventati un peso insopportabile: nel 2015, ad esempio, andranno restituiti 22 miliardi solo di interessi, una cifra superiore al 10% del Pil. L’estensione del programma di aiuti, in discussione presso l’Eurogruppo, servirà proprio a sostenere questo circolo di pagamenti. Nei prossimi mesi, poi, si parlerà di ritoccare il macigno dell’indebitamento, per renderlo più sostenibile. È un tema delicatissimo per tutti i Paesi membri, in grado di scatenare spaccature più insanabili di quelle attuali.
Un conto salato
 
Per capire qual è la posta in gioco, basta osservare che il mix di allungamento dei tempi di restituzione e di riduzione dei tassi, ipotizzato da Tsipras, produrrebbe un taglio del 50% dell’attuale indebitamento. Per l’Italia ci sarebbe da pagare un conto di circa 20 miliardi. L’ultima legge di stabilità ne valeva poco più di 30.
GIUSEPPE LATOUR/EURACTIV.IT

19 Febbraio 2015
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