Roma/“No all'Alzheimer spirituale”
2:18 pm, 22 Dicembre 14 calendario

Il Papa condanna le “malattie” della Curia

Di: Redazione Metronews
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ROMA Tutti si aspettavano un discorso rivolto alla Curia Romana per gli auguri di Natale. E invece Papa Francesco ha nuovamente stupito tutti parlando di cardinali e vescovi che «si trasformano in padroni, si sentono superiori a tutto e a tutti. E’ questo – ha spiegato – il complesso degli eletti, il narcisismo di chi guarda continuamente la propria immagine, la malattia di sentirsi immortali, immuni e  addirittura indispensabili: in una ordinaria visita ai cimiteri vedremo i nomi di tanti che si sentivano immortali». 
Il Santo Padre ha proposto oggi un vero e proprio catalogo delle malattie spirituali che affliggono la Curia, elencando tra queste “la malattia della rivalità”, “l’alzheimer spirtuale” e “la schizofrenia di chi vive una doppia vita”.
«La Curia –  ha detto papa Francesco – è chiamata a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione. Ma come ogni corpo, è esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all’infermità». Oggi, ha proseguito, «vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie. Sono malattie più abituali nella nostra vita di curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Ci aiuterà il catalogo delle malattie – sulla strada dei Padri del deserto, che facevano questi cataloghi – di cui parliamo oggi, a prepararci alla sacramento della riconciliazione, che sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale».  
E proprio in questo contesto, Papa Francesco ha descritto anche la “malattia dell’Alzheimer spirituale” che ha definito come la “dimenticanza della storia della Salvezza, della storia personale con il Signore, del primo amore”. Poi c’è la malattia del sentirsi «immortale» o «indispensabile» che affligge «una Curia che non fa autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi: è un corpo infermo».
Per Papa Francesco è pericolosa anche la malattia dell’eccessiva operosità, quella di quanti, come Marta nel racconto evangelico, «si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente la parte migliore: il sedersi sotto i piedi di Gesù».
Il Papa ha ricordato che Gesù «ha chiamato i suoi discepoli a “riposarsi un po’” perché trascurare il necessario riposo porta allo stress e all’agitazione».
Ma è forse peggiore la malattia dell’«impietrimento» mentale e spirituale che colpisce quelli che «perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando macchine di pratiche e non uomini di Dio, incapaci di piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono».
Diffusa negli ambienti ecclesiastici, ha continuato Bergoglio, è anche la malattia dell’eccessiva pianificazione che piomba addosso «all’apostolo che pianifica tutto minuziosamente» e crede così facendo che «le cose effettivamente progrediscono, diventando così un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene è necessario ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo… E’ sempre più facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate».
Ma la Curia soffre anche “della malattia del mal coordinamento”, perché molti «perdono la comunione tra di loro» e così «il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalità» diventando «un’orchestra che produce chiasso perché le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comunione e di squadra».
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22 Dicembre 2014
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