6:05 am, 2 Ottobre 14 calendario

Dopo il no di Morselli Trenord cerca un Ad

Di: Redazione Metronews
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Ora è ufficiale: Lucia Morselli ha detto no alla poltrona di Ad di Trenord. Le indiscrezioni, come scritto da Metro, erano verità, confermate ieri dal comunicato della Società: “Il cda di FNM Spa ha preso atto della rinuncia per ragioni personali di Lucia Morselli a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato di Trenord e ha avviato le procedure per scegliere, nel più breve tempo possibile, il nuovo numero uno dell’azienda”. 
Trenord sottolinea poi come i rifiuto sia dovuto a “motivi personali” (la manager resterà alla Ast di Terni) e non da cause attinenti ai conti della Società: “che sono in attivo, tanto da permettere a Trenord di continuare a investire in nuovi treni”, fanno sapere da piazza Cadorna.
Il no della Morselli, voluta da  Maroni, segue quello pronunciato, per la stessa carica, solo due mesi fa da Laura Cavatorta. Intanto, infuria la polemica: per i consiglieri regionali Pd Alfieri e Brambilla: “Su Trenord si sta rasentando il ridicolo. La gestione della nomina del nuovo Ad  è da dilettanti allo sbaraglio”. Di pressioni provenienti da ambienti governativi affinché la Morselli fosse trattenuta a Roma ha parlato invece il capogruppo leghista Romeo. 
andrea sparaciari
 
ROLFI (LEGA): LA REGIONE DEVE AVERE LA MAGGIORANZA
Fabio Rolfi, consigliere regionale leghista e pendolare (quello che a maggio aveva proposto la legge per un Garante dei pendolari che oggi  giace arenata in commissione), secondo lei perché la Morselli ha detto no?
Non conosco le sue ragioni, ma posso presumere che non abbia voluto assumersi una bella gatta da pelare.
In che senso?
Il servizio offerto da Trenord è in continuo peggioramento. E glielo dico da pendolare. Anche oggi sono arrivato in ritardo!
Quella della Morselli era una scelta del suo presidente Maroni, come se ne esce?
Al di là dei nomi, serve una scelta politica radicale: la Regione deve avere il 51% della società. In passato si parlava di una fusione con Atm, una scelta giusta, credo, che poi però si è dissolta.
Ma serve un tecnico o un politico?
Non mi interessa, basta che riesca a tutelare la società da influenze politiche.
Si è parlato della candidatura di Bonomi (manager in quota Lega), conferma?
Non lo conosco, ma potrebbe essere uno dei nomi. an.spa.
 
UN’AZIENDA PARALIZZATA DAI GIOCHI POLITICI
Francesco Ferrante, segretario regionale Fit Cisl, perché  Lucia Morselli ha rifiutato l’incarico?
Lei, come Cavatorta prima, sono arrivate in azienda, hanno visto i conti – non positivi –; una realtà aziendale caratterizzata da dirigenti allo sbando; le pressioni politiche; e sono scappate. Hanno una carriera da difendere.
Non avrebbe libertà d’azione?
Certo: il problema sono i lacci della politica. E poi, qui nessuno paga per gli errori fatti: quelli che causarono il black out del software nel 2012 non sono stati puniti. Che poi sono gli stessi dirigenti che non hanno vigilato sull’uso fraudolento degli straordinari. Non può reggere una società con 17 dirigenti che costano 2,8 milioni di euro l’anno in stipendi.
Anche i sindacati avranno una responsabilità…
Certo, una parte del sindacato a volte ha difeso l’indifendibile anche comportamenti illegali.
Che fare quindi?
Nominare subito un Ad con una mission chiara, libero da influenze politiche. Poi FNM ed Fs  devono stabilire modelli di gestione chiari, senza mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda. an.spa.

2 Ottobre 2014
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