8:05 pm, 23 Giugno 14 calendario

Operazione Apocalisse maxi retata di mafiosi

Di: Redazione Metronews
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Palermo. Maxioperazione antimafia all’alba di ieri a Palermo. I carabinieri del Reparto operativo, la Guardia di Finanza e la Squadra mobile hanno arrestato oltre novanta persone: in carcere sono finiti i nuovi capimafia del mandamento di San Lorenzo Resuttana. Una trentina le estorsioni accertate dagli inquirenti, ma sembra che solo pochi, tra i commercianti e imprenditori costretti a pagare il “pizzo”, abbiano denunciato i loro estorsori rifiutandosi di pagare.
Pochi soldi per proteggere le vittime
«Purtroppo il numero così elevato di estorsioni e la mancata denuncia delle vittime del pizzo conferma, ancora una volta, che lo Stato non è fino ad oggi sufficientemente credibile con le vittime, assicurando loro la giusta protezione». È la denuncia del Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, per il quale «la spending review ha colpito anche questo settore e oggi lo Stato non è in grado di assicurare, a chi si ribella al pizzo, la giusta protezione». Tra gli arrestati c’è anche Girolamo Biondino, 66 anni, fratello di Salvatore Biondino, l’autista del boss Totò Riina. Secondo gli inquirenti Biondino, che dopo la scarcerazione stava finendo di scontare un residuo di pena con la misura di prevenzione della “casa lavoro” al Nord, sarebbe uno dei personaggi principali della famiglia mafiosa di San Lorenzo.
L’assassinio di Joe Petrosino nel 1909
Anche un retroscena nella maxioperazione: a distanza di oltre un secolo è stato infatti svelato chi ha ucciso il 12 marzo 1909 Joe Petrosino, il poliziotto italo-americano venuto a Palermo per sgominare una banda di mafiosi. A rivelarlo, senza sapere di essere ascoltato dalle cimici degli investigatori, è stato uno dei discendenti del killer. Domenico Palazzotto, 29 anni, si vantava con gli amici che il killer di Petrosino era stato uno zio del padre.
 
(Metro)

23 Giugno 2014
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