6:05 am, 15 Aprile 14 calendario

Figli adottivi bello scoprire le origini

Di: Redazione Metronews
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famiglia  «La mia generazione di donne è cresciuta nel mito della realizzazione attraverso il lavoro, più che nella famiglia. Beh devo dire che era una grande balla. Poche hanno la fortuna di realizzarsi nel lavoro. Ed essere donna vuol dire anche essere madre».  Anna Genni Miliotti fa due “mestieri”: la scrittura e il lavoro nel campo dell’adozione (occupandosi per esempio di formazione dei genitori e degli operatori per il Cndaia). Come spesso accade, molto parte dal vissuto personale.Perché ha scelto l’adozione?
Perché mi sembrava un ottimo sistema per avere figli, che non venivano in altri modi. Ho detto no a procreazione assistita, non faceva per me. Troppi medici, ospedali, ormoni… Cosa pensa dei lunghi  percorsi per diventare madri naturali con la fecondazione?Appunto, lunghi e costosi, e non solo in termini di denaro. I costi psicologici, e talvolta anche per la salute, sono altissimi.
Pensa che ci siano modi diversi di amare un figlio se è adottivo o naturale?
Conosco molte madri che hanno figli naturali e adottati. A chi vogliono più bene? A quelli adottati, ovvio. Sono loro che hanno bisogno di un grande risarcimento per coccole-calore-cibo mancati.
Il suo impegno nel sociale dopo l’adozione?
L’adozione mi ha aperto un mondo grandissimo, quello dell’infanzia sola nel mondo. Ho fatto alcuni progetti in Russia, il paese dei miei figli, per aiutare i bambini negli istituti, ma soprattutto le loro madri.    
Perché un ragazzo adottato dovrebbe tornare alle origini?
Ognuno di noi, quando si guarda allo specchio vede i tratti della fisionomia che ha ereditato dai suoi genitori, dai nonni… L’adottato deve poter ricomporre il puzzle della sua immagine e identità.
I genitori adottivi possono avere timore nel riportare il proprio figlio alla scoperta delle proprie origini?
Molti genitori adottivi hanno terrore, e tremano anche solo all’idea che il proprio figlio possa ritornare nel suo paese.  E invece il viaggio è bello, può essere importante e, se fatto insieme, può veramente rafforzare il legame tra genitori e figli. Questo dovrebbero dire gli operatori, ai tanti genitori timorosi. 
(metro)

15 Aprile 2014
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