Cannes 2024
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La quinta volta di Marco Bellocchio al Festival di Cannes

Di: Redazione Metronews
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Marco Bellocchio è tornato al Festival di Cannes per presentare il suo “Sbatti il mostro in prima pagina”, capolavoro del 1972, in versione restaurata nella sezione Cannes Classic. Ed è l’occasione per il regista per ricordare Gian Maria Volontè, gli anni Settanta e il mondo dell’informazione di oggi. Impossibile, poi, non accennare al remake de “I pugni in tasca” diretto da Karim Aïnouz – in gara quest’anno sulla Croisette con “Motel Destino”  – e della serie su Enzo Tortora, suo nuovo progetto.

“Sbatti il mostro in prima pagina” in versione restaurata a Cannes Classic

Volontà interpretava Giancarlo Bizanti, redattore capo de Il Giornale (nome della testata che profetizzò l’arrivo del quotidiano omonimo, solamente due anni più tardi), che in seguito al caso di un omicidio a sfondo sessuale di una studentessa indirizzava le informazioni per incastrare uno studente militante della sinistra extraparlamentare e strumentalizzare politicamente la vicenda.

Marco Bellocchio: «Viviamo nell’epoca delle fake news, questa è l’attualità del film»

Sulla profonda attualità che ancora oggi il film – 52 anni dopo – sa mantenere, il regista dice: «Mi ha colpito molto il fatto che alcuni giovani siano rimasti ammirati dall’opera. Viviamo in un’epoca caratterizzata dalla tragedia delle fake news, tutti parlano e molti dicono cose orribili del prossimo impunemente; evidentemente la semplicità di questo film (l’unico basato su un soggetto altrui, quello di Sergio Donati che ha poi firmato anche la sceneggiatura con Goffredo Fofi, ndr) riesce a farlo sembrare attuale ancora oggi. Ma poi vale il discorso che vale per tutti gli altri film: “Sbatti il mostro in prima pagina” è vivo nella misura in cui c’è un pubblico che è venuto a vederlo, o a rivederlo».

L’apparizione di un giovane Ignazio La Russa in un comizio a Milano

Il pensiero va poi al passato, agli anni Settanta, a quanto «allora le demarcazioni fossero più nette, più violente», per poi soffermarsi sulle molte immagini «casuali» che riuscirono ad infilare nel tessuto della narrazione, come il funerale di Feltrinelli («All’epoca credevo che fosse stato ucciso dai servizi segreti, poi la verità che venne fuori era un’altra, ovvero che lui aveva partecipato a quest’attentato e per imperizia saltò in aria») o la celebre apparizione di un giovanissimo Ignazio La Russa, oggi Presidente del Senato, colto ad inizio film durante il reale comizio a Milano della Maggioranza silenziosa, un comitato anticomunista a cui aderivano esponenti democristiani, dell’MSI, liberali e monarchici.

«La Russa ha statuette e busti del Duce, è una nostalgia, diciamo…»

«Fa ancora un certo effetto, è vero, ma il tempo passa un pò per tutti. Pensiamo a quelli nati terroristi che poi finiscono pompieri, o ai garibaldini del Risorgimento che poi diventarono conservatori. Già allora lui disse “basta con l’antifascismo, noi Msi ci sdoganiamo”. Allora La Russa era un giovanissimo missino che respingeva sia il concetto di antifascismo che di anticomunismo. Oggi il fatto che abbia statuette e busti del Duce lo sanno tutti, è una nostalgia, diciamo… Ma non credo ci sia il pericolo che quest’uomo, in futuro, possa sovvertire le istituzioni».

“Sbatti il mostro in prima pagina”, dopo la presentazione a Cannes 77 sarà ospitato anche alla prossima edizione de “Il Cinema Ritrovato” che si terrà a Bologna, alla fine di giugno.

Marco Bellocchio: «La serie su Tortora? Mi hanno detto di non parlarne, ma si farà»

Impossibile non chiedergli del suo nuovo progetto, la serie su Enzo Tortora.  «Mi hanno detto di non parlare, ci sono dei tasselli ancora non composti, ma penso che alla fine si farà».

«Il rapporto tra il mio nuovo progetto su Tortora, che sarà una serie e non un film semplicemente perché in un film tutta quella vicenda non sarebbe stata contenibile, e “Sbatti il mostro in prima pagina” è del tutto casuale – aggiunge Bellocchio -. Il film è stato invitato a Cannes Classics, l’ho rivisto e il mio interesse principale era quello di percepire se ancora oggi ci potesse essere interesse da parte del pubblico. Forse in passato era il film che criticavo di più, ora invece mi rendo conto che era un film semplice tutto sommato, con una serie di triangolazioni abbastanza lineari, con alcune profondità non casuali, determinate anche dalla grande prova di Volonté, di Laura Betti, grandissima attrice che oggi si tende a dimenticare e dello stesso Fabio Garriba, un non attore che nel ruolo di Roveda riusciva però a restituire una verità, quella del giornalista che crede al proprio lavoro, alla propria missione, e che non può tollerare una manipolazione così brutale».

Marco Bellocchio e la legge sulle intercettazioni: «Lo ammetto, non sono preparato»

Tornando, invece, al discorso sull’informazione e alla riforma relativa alla legge sulle intercettazioni, Bellocchio ammette di non avere «gli elementi per poter essere sufficientemente preparato e poter dire che sia un attacco alla libertà di stampa. Poi ho già avuto qualche incidente con la destra, quindi non vorrei fare provocazioni su argomenti dove non credo di essere preparato: l’età mi suggerisce ormai di dire la mia solo quando so bene le cose».

Il remake de “I pugni in tasca”: «Non credo che Aïnouz lo girerà a Bobbio»

Infine uno sguardo all’orizzonte, relativamente all’annunciato remake de “I pugni in tasca” (1965) che sarà diretto da Karim Aïnouz (in gara quest’anno sulla Croisette con “Motel Destino”) e interpretato da Kristen Stewart e Josh O’Connor, produzione europea che vede anche l’Italia coinvolta (The Match Factory, Mubi, Kavac Film – fondata dallo stesso Bellocchio con la montatrice Francesca Calvelli, Simone Gattoni Ceo -, Rai Cinema con The Apartment di Fremantle), definito dal regista brasiliano «una parabola contemporanea sull’esplosione della tradizionale famiglia patriarcale che spero sarà toccante e provocatoria in egual misura»: “Che vi devo dire?  – conclude Bellocchio -. Mi fa certamente piacere, dobbiamo ancora leggere il copione, ma spero che il regista possa fare una cosa totalmente diversa rispetto al mio film, sennò non avrebbe alcun senso. Non credo che lo girerà a Bobbio, ecco».

Bellocchio è tornato sulla Croisette per la quinta volta consecutiva, dal 2019 a oggi (nel 2020 il Festival saltò a causa del Covid), dopo “Il traditore”, “Marx può aspettare” (con il quale si aggiudicò la Palma d’Onore), “Esterno notte” e “Rapito”.

 

 

 

 

 

23 Maggio 2024
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