IN LIBRERIA
8:47 pm, 10 Novembre 23 calendario

Tomas Bacoccoli: “Ritorno in Umbria. Papà e io, una storia”

Di: Redazione Metronews
Tomas Bacoccoli
condividi

Tomas Bacoccoli ha fatto una cosa molto coraggiosa. Oltre ad essere venuto dalla Svezia lanciare il giornale che state leggendo a Roma e a Milano, nei prima anni duemila, voglio dire. Ha lasciato il suo Paese ed una carriera lanciatissima da imprenditore nel campo della comunicazione per trasferirsi con tutta la famiglia in un paesino dell’Umbria, Corciano, per assistere il padre malato di Alzheimer.

Tomas Bacoccoli, un viaggio di sola andata

Un viaggio con un biglietto di sola andata verso una vita diversissima da quella di Stoccolma e da una vita punteggiata di riunioni, telefonate, taxi ed aerei da prendere al volo. E che lui racconta nel suo libro “Ritorno in Umbria, papà e io, una storia” (Morlacchi Editore, 336 pagine, 15 euro): un libro che è stato presentato ieri sera nella residenza dell’ambasciatore di Svezia a Roma. Ospitati da Malena Hessel, addetta culturale, da Maria Åkerlund De Francisco, consigliere d’Ambasciata,  Samuel Sandberg Bremell, Consigliere d’Ambasciata, in occasione degli appuntamenti del Novembre nordico a Roma, una cinquantina di persone accorse si è persa per una serata dietro a Tomas ed alla sua forza di fare cose importanti. E di raccontarle.

La copertina di “Ritorno in Umbria”./METRO

«Tutto inizia a Perugia negli anni ’60 – ha raccontato Tomas facendo riferimento a quando Cupido scoccò la freccia sulla mamma svedese ed il padre perugino – e termina a Corciano nel 2021. E poi ci sono io che in Svezia avevo costruito tutta un’altra vita da quella che conduco oggi in Umbria: ero il capo di 200 dipendenti e lavoravo con l’equivalente svedese di Mediaset, Nordica. Guadagnavo molti soldi. Ma da quando sono arrivato in Umbria ho potuto veder crescere i miei figli: quanti milioni vale, questo?»

Tomas Bacoccoli oggi-/METRO

Un salto difficile

Ovvio che dalla capitale svedese alla provincia umbra il salto è stato forte («mia moglie ed i miei figli non parlavano una parola di italiano») ma «siamo stati accolti benissimo».

«Questa è la storia di come si abbandona una vita comoda da grande città in Svezia per trasferirsi in un paesino della campagna umbra» c’è scritto sulla quarta di copertina del libro. «Di come si interrompe una carriera per accudire, consolare e cambiare il pannolino a un padre che non ha mai consolato, accudito e cambiato pannolini».

L’Alzhaimer è uno dei peggiori nemici e chi si trova ad affrontarlo lo sa. Eppure l’atto di amore di Tomas – che ora vive da nove anni in Umbria, dove ha fondato una azienda agricola – è forse più grande del suo atto di coraggio. E, in questo secondo tempo della sua vita, gli ha aperto una strada che non avrebbe mai immaginato, ma bella.
E Metro, che più di venti anni fa è nato anche dalle mani di questo manager svedese, non poteva non raccontarlo.

A.B.

10 Novembre 2023 ( modificato il 11 Novembre 2023 | 12:37 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA