Al Lucca Comics & Games è il giorno di “Squid Game 2”
I fan della serie più vista al mondo (più di 2 miliardi di ore di visualizzazioni) non aspettavano altro che la presentazione della seconda stagione. Oggi sono stati accontentati. Al Lucca Comics & Games, che già da ieri pullula di persone vestite come nella serie tv sudcoreana, il regista di “Squid Game”, Hwang Dong-hyuk, ha anticipato di aver usato «due canzoni italiane per la seconda stagione: una composta da Puccini, è l’aria di una famosa opera lirica utilizzata nel primo episodi; la seconda è un brano di Andrea Bocelli. “Time to say goodbye” (versione inglese di “Con te partirò”, ndr)».
“Squid Game 2” su Netflix dal 26 dicembre
E solo questo è bastato a far crescere la febbre dell’aspettativa per la data “X” fissata per il 26 dicembre su Netflix. Per la terza e ultima stagione, invece, bisognerà aspettare il 2025 (la prima, con i suoi 9 episodi, era andata in onda dal 17 settembre 2021).
Poi, la presentazione vera e propria, partita sulle note di “Way Back then”, colonna sonora della serie: una voce chiede di prendere rapidamente posto «altrimenti le guardie dovranno intervenire». Scatta il conto alla rovescia. E parte la proiezione.
L’incontro con il regista e i due protagonisti di “Squid Game”
Prima del ritrovo in piazza San Michele dedicato a cosplayer e fan, al Teatro Puccini, sono stati accolti il regista e creatore della serie, Hwang Dong-hyuk, e gli attori Lee Jung-jae e Wi Ha-jun, per sviscerare contenuti e anticipazioni delle puntate che usciranno dal 26 dicembre.
«Speravo fosse un successo – ha esordito il regista entusiasta per la popolarità della sua creazione diventata un fenomeno globale – ma non mi sarei mai aspettato una risposta del genere in tutto il mondo: a volte mi chiedo se stia sognando oppure se sia davvero questa la realtà».
«La seconda stagione punta sul fermare il sistema»
«La prima stagione parlava del giocatore 456 e della sua sopravvivenza mentre la seconda si concentra sui ricordi riguardanti quel gioco ed è anche una sorta di ritorno a giocare per provare a fermare il sistema», prosegue Hwang Dong-hyuk che regala anche qualche anticipazione.
«Nella nuova stagione il protagonista – aggiunge il regista – torna sull’isola, i luoghi saranno familiari ma più belli e freschi, come il dormitorio e le scale che sono ancora presenti; quindi luoghi già incontrati ma con nuovi giochi, più intricati, ma anche con sfondi molto più belli».
«I capelli rossi del protagonista? Si ispirano a un libro di fumetti che mi piace molto»
Molte le domande che il regista e il protagonista dicono di aver ricevuto sulla scelta di tingere di rosso i capelli del protagonista al termine della prima stagione «Un segno di coraggio», risponde l’attore Lee Jung-jae, il giocatore 456 della serie diventato un simbolo per la sua tenacia.
«Sono ispirati a un libro di fumetti che mi piace molto», aggiunge il regista riferendosi a Slam Dunk, volendo testimoniare con un cambiamento evidente l’impossibilità per il personaggio di tornare a una vita normale dopo le avversità vissute nella prima stagione.
La trama di “Squid Game”
La trama di “Squid Game” infatti ruota attorno a un gruppo di 456 persone che per diversi motivi versano tutte in condizioni economiche disastrose e si ritrovano a gareggiare mettendo in pericolo la propria vita per impossessarsi di un elevatissimo montepremi.
Tramite l’espediente del gioco perverso come “specchio della società”, si presentano così al pubblico diversi dilemmi sociali e esistenziali come il conflitto tra umanità e avidità.
«“Squid Game 2” è un modo per riflettere sul mondo in cui stiamo vivendo»
Il regista ha voluto «mostrare come la società capitalistica promuova un sistema competitivo che porta a un divario di ricchezza. Non voglio dare risposte – spiega – ma l’opportunità di riflettere e chiedersi in che mondo stiamo vivendo e magari pensare ad un modo per cambiarlo», prosegue Hwang Dong-hyuk augurandosi che i nuovi episodi siano fonte di una più profonda discussione.
Il regista cita il premio Nobel Han Kang
«Per noi, in Corea, ci sono voluti circa 40, 50 anni per rinascere dalle ceneri della guerra come una delle economie più forti del mondo e per raggiungere questo risultato abbiamo dovuto sacrificare moltissimo – spiega il creatore di “Squid Game” -, fare grandi sforzi, attraversare caos, confusione e conflitti. Voi ci avete messo due o tre secoli per creare questa società capitalistica, la nostra è più vulnerabile e coloro che sono stati abbandonati ora sono un problema da affrontare», conclude il regista citando il premio Nobel Han Kang che «ha portato tutto il dolore e la contraddizione della società coreana nei suoi lavori creativi”.
I rumors sull’adattamento americano di “Squid Game” diretto da Fincher
Al termine dell’evento alla domanda se ci sarà un adattamento americano di “Squid Game” diretto da Fincher e se potrà funzionare in un contesto diverso da quello coreano, il regista risponde senza risentimento: «Ho visto l’articolo di Deadline, sono molto curioso anche io ma non penso sia ancora ufficiale. Come regista e creatore rispetto Fincher, amo il suo lavoro, quindi uno spinoff sarebbe fantastico. Sono troppo generoso? Si tratta di espandere il proprio universo che però resta sempre una mia creazione».
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