Processo Cecchettin
12:33 pm, 25 Ottobre 24 calendario
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Femminicidio Giulia Cecchettin, Turetta in aula

Di: Redazione Metronews
Femminicidio Giulia Cecchettin
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Femminicidio Giulia Cecchettin, Turetta in aula. Al processo dovrà reggere lo sguardo di Gino Cecchettin, il padre della ragazza uccisa.

Femminicidio Giulia Cecchettin, Turetta in aula

È il giorno di Filippo Turetta al processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023 a Vigonovo. È in aula «per onorare la memoria di Giulia», ha spiegato il suo legale Giovanni Caruso che sta portando avanti una strategia di «minima difesa». Sarà un processo rapido, senza testimoni e senza recriminazioni rispetto all’accusa, devastante. Codice alla mano, Turetta deve rispondere di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà e legame affettivo. E ancora: sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto d’armi.

Per lo studente di 22 anni ancor più difficile che guardare negli occhi i giudici della Corte d’Assise sarà reggere lo sguardo di Gino Cecchettin (nella foto), il padre di Giulia che più volte ha espresso la sua vicinanza ai genitori del ragazzo, provati, ha detto, da un dolore più grande del suo. E anche per lui arriva la prova più difficile: ascoltare com’è stata uccisa la figlia, nei dettagli, da quel giovane che per la figlia era stato il primo amore.

«Voglio raccontare tutto»

Risposte incerte, sguardo basso, Filippo Turetta, imputato per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, parla con frasi brevi, incespica, sembra confuso e tiene lontano lo sguardo dai banchi e dal pubblico. «Voglio raccontare tutto quello che è successo», dice davanti alla corte d’Assise di Venezia spiegano che le sue diverse memorie scritte nascono dal «mettere per iscritto le cose che mi venivano in mente, alcune cose non me la sentivo di descriverle sul momento».

La premeditazione

«Quando ho scritto quella lista avevo ipotizzato il piano di rapirla, stare con lei qualche tempo e poi farle del male e toglierle la vita». Filippo Turetta risponde così alla domanda del pm Andrea Petroni sul perchè avesse compilato un elenco di cose da comprare, tra i quali lo scotch e i coltelli, indice della premeditazione, per la Procura, dell’omicidio di Giulia Cecchettin.

Filippo Turetta ammette di avere raccontato delle bugie nel primo interrogatorio, in particolare quando raccontò al pm di avere acquistato lo scotch nei giorni precedenti all’omicidio per la festa di laurea di Giulia Cecchettin. Il nastro adesivo, in realtà, gli sarebbe servito per far tacere la ragazza. «Nel primo interrogatorio non ho dato la risposta corretta ad alcune domande e di questo mi dispiace» afferma richiamandosi anche a un memoriale che ha consegnato ai giudici in cui c’è un capitolo intitolato “Perchè ho mentito”. In seconda fila, Gino Cecchettin ascolta con attenzione l’interrogatorio.

Filippo Turetta parla dei momenti dell’aggressione a Giulia Cecchettin nella sua auto avvenuta in due momenti, prima nel parcheggio di Vigonovo, poi nella zona industriale di Fossò, a pochi chilometri di distanza. «Deve esserci stato un momento in cui nel tragitto lei si muoveva e magari volevo farla stare ferma. Mi sono girato e l’ho colpita, una volta alla coscia, anche se non guardavo bene dove colpivo, un pò a caso» è la sua ricostruzione.

«L’ho uccisa perché non voleva tornare con me»

«Volevo tornare insieme a lei, avevo rabbia perchè lei non voleva». Filippo Turetta risponde così alla domanda sul perchè abbia ucciso Giulia Cecchettin, che gli ha posto l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Elena Cecchettin.

 

 

 

25 Ottobre 2024
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