Cinema
9:26 pm, 16 Giugno 24 calendario

“Agent of Happiness” vince il Best Film Award al Biografilm

Di: Redazione Metronews
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Agent of Happiness” di Arun Bhattarai e Dorottya Zurbó vince il Best Film Award del Concorso Internazionale della 20esima edizione del Biografilm, che si è conclusa oggi a Bologna. Lo ha deciso la giuria composta da Ted Hope, Massimo Cantini Parrini e Signe Byrne Sørensen.

La motivazione della giuria del Biografilm su “Agent of Happiness”

“È un film di grande bellezza – si legge nella motivazione -. Fonda la sua estetica nel soggetto e offre un ritratto disciplinato e personale dei partecipanti. L’attenzione prestata alla luce e allo spazio e il trattamento della casa e del paesaggio sono accompagnati da un enorme rispetto estetico – un piacere speciale. È anche un film che scava lentamente in profondità nel suo soggetto e attraverso incontri personali e molto onesti con persone – uomini e donne, giovani e anziani – a cui viene dato il tempo di parlare delle loro vite e dei loro desideri per rivelare le questioni in gioco nella politica dello stato. Il film mette in luce la questione dei confini e di come la cittadinanza concessa ad alcuni e non ad altri possa tenere coloro a cui viene negato il passaporto in uno stato di prigionia perpetua”.

Biografilm ha ospitato la proiezione in anteprima di “Turn in the Wound” di Abel Ferrara

In occasione della cerimonia di premiazione, il Festival ha proiettato in anteprima italiana “Turn in the Wound”, il documentario del regista Abel Ferrara sulla guerra in Ucraina, con la voce di Patti Smith.

Abel Ferrara: «La guerra in Ucraina è una catastrofe per l’Europa»

«La guerra in Ucraina è una catastrofe per l’Europa – ha detto il regista -. E in questo scenario tragico, la diplomazia non funziona come dovrebbe, tanto che si parla soprattutto di armamenti. La storia anche della seconda guerra mondiale non ha insegnato molto, purtroppo. Sembra che il mondo ogni tanto abbia bisogno di un bagno di sangue. La mia posizione è pro-vita. Il primo comandamento della nostra civiltà dovrebbe essere: non uccidere».

L’intervista di Ferrara a Zelensky

Il regista del film di culto “Il cattivo tenente” ha intervistato anche il presidente Volodymyr Zelensky: «E’ una personalità che mi ha impressionato. Si capisce benissimo dalle sue parole che è convintissimo di essere dalla parte giusta. Non c’era bisogno che mi convincesse della sua posizione: io sono americano e il concetto della libertà è nel mio Dna».

«La morte e la distruzione possono essere combattute solo con azioni contrarie»

Abel Ferrara ha poi osservato: «L’Ucraina è Europa, ha gli stessi valori europei. Non dovrebbe essere considerata solo come un campo di battaglia ma come parte dell’Europa». E ha concluso dicendo che «La morte e la distruzione possono essere combattute solo con azioni contrarie, amore, compassione, empatia, poesia. Ed anche con i film o con la letteratura».

I premi: Hera Nuova Talenti a “Life is Beautiful” di Jabaly

Il Premio Hera “Nuovi Talenti” alla migliore opera prima del Concorso Internazionale è andato a “Life is Beautiful” di Mohamed Jabaly, un film, spiega la motivazione, “che cattura l’oggi in tutte le sue gioie e i suoi dolori, guidato da un regista alla scoperta della sua vita, della sua comunità e della sua forma d’arte. L’energia e lo spirito sono contagiosi e ci ricordano la gioia della creatività. Un regista totalmente sicuro di sé, ma allo stesso tempo vulnerabile nella sua arte, che ci mostra scorci di mondo che la società ci incoraggia a dimenticare – in particolare la vita reale a Gaza in tempi di crisi. ‘Life is Beautiful’ espande il significato di famiglia e casa e di come ci saranno sempre quelli che fortunatamente hanno la volontà di accogliere le persone, anche se la società più grande fa di tutto per impedire a queste persone di inserirsi. I confini possono essere fissati da Loro, ma i nostri cuori e le nostre menti li attraverseranno sempre”.

Menzione speciale Hera Nuova Talenti a “Sindrome Italia” di Mengozzi

La Menzione Speciale Hera “Nuovi Talenti”, invece, va a “Sindrome Italia” di Ettore Mengozzi, poiché “è importante che per un’opera prima il regista abbia scelto di esplorare il tema molto poco raccontato delle badanti in Italia e mostrare il sacrificio di chi rinuncia ai propri affetti per lavorare nelle famiglie degli altri. Il film è un racconto intimo e delicato delle vicende personali di due donne, molto diverse fra loro, ma accumunate dallo stesso dramma”.

Torna a Biografilm il Premio Manifesto

Anche quest’anno è stato assegnato il Premio Manifesto, attribuito al migliore film di Contemporary Lives dalla Giuria formata da rappresentanti di alcune realtà che si distinguono sul territorio per l’impatto sociale dei progetti che portano avanti, nello specifico: Chiara Dalle Molle (Arca di Noè), Eleonora Zavatti (Casa delle donne per non subire violenza di Bologna), Elia Caiconti (Cassero LGBTI+ Center), Stefano Boring (Gruppo Trans), Blerta Hoxha (Next Generation Italy), Claudia Sciommeri (Period Think Tank), Marta Melina (SMK Videofactory), Lucia Imbriaco (WeWorld).

La giuria lo assegna a “Stray Bodies – Corpi erranti” di Elina Psykou

Il premio è stato assegnato a “Stray Bodies – Corpi erranti” di Elina Psykou perché “l’intera selezione di Contemporary Lives ci ha proposto documentari in grado di scuotere le coscienze, accendere dibattiti, mostrarci contraddizioni e punti di vista a volte opposti, attraverso storie potenti, che ci parlano di violenza, oppressione e sofferenza, ma anche di vita, desiderio, autodeterminazione, ribellione. Il premio Manifesto di Biografilm va a favore del film che per la giuria ha il maggior potenziale per generare, in chi lo guarda, un cambiamento, che è il fine ultimo, riteniamo, del documentario a tematica sociale. Abbiamo deciso di premiare Stray Bodies di Elina Psikou, per le seguenti motivazioni: il documentario affronta il tema dell’autodeterminazione intrecciandolo con altri sotto-temi quali la tutela della salute, la libertà di scelta e il suo legame con il privilegio economico, le differenti accessibilità ai diritti all’interno dei diversi stati dell’Unione Europea, la minaccia crescente di politiche oppressive e sovraniste in Europa. “Stray Bodies rappresenta un’opportunità per portare all’attenzione collettiva l’importanza del diritto all’autodeterminazione e per ripensare l’Europa come luogo di pensiero progressista condiviso”.

I quattro premi della sezione Biografilm Italia

La giuria della sezione Biografilm Italia, composta da Mattia Colombo, Simona Dolce e Sara Ferro ha assegnato quattro premi.
Ha vinto il Best Film Bper Award | Biografilm Italia 2024, premio al miglior film del Concorso Biografilm Italia, “The Roller, the Life, the Fight” di Elettra Bisogno e Hazem Alqaddi, poiché “in un momento storico In cui molte persone sono costrette a lasciare le loro case e i loro paesi e scappare altrove, ‘The Roller, the Life, the Fight’ è un’esplorazione intima degli effetti che quel viaggio genera. L’epopea di Hazem diventa l’occasione per scoprire da vicino i problemi che è costretto a fronteggiare, le gioie quotidiane e la ricerca della libertà. Non è da solo in questo viaggio: Elettra, sguardo della camera e nostro, lo sostiene, lo incoraggia, lo ama. E la camera, costantemente vicina a entrambi, è la loro reciproca dichiarazione d’amore”.

La Menzione Speciale Bper a “Romina” di Lo Muzio e Petrolini

La Menzione Speciale Bper | Biografilm Italia 2024 va a “Romina” di Valerio Lo Muzio e Michael Petrolini. La giuria ha stabilito che il film “colpisce perché mostra la periferia bolognese ma sceglie di farlo attraverso la storia personale di una ragazza come tante e della sua passione per la boxe, e della comunità che le ruota intorno, popolata da volti difficili da dimenticare. Le molte storie d’inclusione che compongono l’affresco creano uno spaccato autentico e vitale della Bolognina rendendola simbolo di tante periferie italiane. E’ un manifesto politico del tutto privo di retorica e ideologie”.

Premio Hera Nuovi Talenti per Biografilm Italia a “Che ore sono” di Puglielli e Basso

Il Premio Hera “Nuovi Talenti” per la migliore opera prima della sezione Biografilm Italia va a “Che ore sono” di Tito Puglielli e Marta Basso, con la seguente motivazione: “Una comunità in cui i protagonisti, benché chiusi, costruiscono un mondo di relazioni e regole dentro il quale ricercano la loro identità. Il titolo racconta l’infinita ripetitività del tempo che non muta, nell’attesa che l’altro si accorga di loro. Sono proprio due giovani registi a farlo, trovando la giusta distanza fra loro, la camera e i protagonisti del film. Lo sguardo rispettoso su questa realtà di persone invisibili ne svela, con affetto, l’umanità”.

 

16 Giugno 2024
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