Lodi
10:19 pm, 11 Aprile 24 calendario
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Oste sparò al ladro, assoluzione in appello per Mario Cattaneo

Di: Redazione Metronews
Oste sparò a ladro
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Oste sparò al ladro, assoluzione in appello per Mario Cattaneo. L’uomo affrontò il malvivente nel 2017, il colpo partì durante una colluttazione.

Oste sparò al ladro, assoluzione in appello per Mario Cattaneo

I giudici della quinta sezione penale della corte d’Appello di Milano hanno assolto, «perché il fatto non costituisce reato», Mario Cattaneo, l’oste di 73 anni di Casaletto Lodigiano. L’uomo, nella notte tra il 9 e il 10 marzo del 2017 colpì a morte con il proprio fucile da caccia Petre Ungureanu, di 32 anni. Lo sorprese di notte nel cortile della sua trattoria. La sentenza conferma quanto già espresso in primo grado.

Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. La pg Maria Vittoria Mazza aveva chiesto la condanna a tre anni per “l’eccesso colposo”, dell’imputato che aveva imbracciato il fucile e, durante una colluttazione con il rapinatore, aveva sparato un solo colpo rivelatosi mortale.

Cambiato il motivo dell’assoluzione

La corte (presidente la giudice Francesca Vitale) ha modificato il motivo dell’assoluzione . Non più «perché il fatto non sussiste», come stabilì il tribunale di Lodi. Ma  invece «perché non costituisce reato».  La corte ha anche trasmesso gli atti per valutare l’ipotesi di falsa testimonianza per il figlio e la moglie di Cattaneo, presenti nella notte in cui morì il 32enne di origine romena.

Il riferimento alla legge sulla legittima difesa

Nella lettura del dispositivo si fa riferimento alla legge sulla legittima difesa, battaglia annosa della Lega, e si riconosce la non punibilità per chi «costretto dalla necessità di difendere» un diritto proprio o altrui, in questo caso la propria famiglia, ma per capire pienamente i motivi dell’assoluzione bisognerà attendere 90 giorni.

L’accusa aveva chiesto tre anni di carcere

Nella requisitoria di stamane, la pg Maria Vittoria Mazza aveva chiesto la condanna a 3 anni di carcere per «l’eccesso colposo» dell’imputato intervenuto all’esterno, nel buio, «per difendere la propria famiglia» da un furto. Ma ne farlo «l’imputato ha posto se stesso, il figlio, i vicini, chiunque si fosse affacciato nel cortile in una condizione di pericolo. Ha agito con un atteggiamento colposo, perché imprudente, che ha portato a conseguenze per i rapinatori, ladri che non era neanche in grado di vedere perché era buio».

Il ristoratore impugnò un’arma «in una situazione di paura, di poca chiarezza» in cui non sarebbe dovuto intervenire: «Doveva rivolgersi alle forze dell’ordine, non è giustificabile il “fai da te”».

La difesa: «Cattaneo non voleva sparare»

Di opposto avviso la difesa. «Mario Cattaneo – le parole del legale Ennio Ercoli – non aveva alcuna intenzione di sparare, il colpo purtroppo è partito accidentalmente per colpa dell’aggressore che gli strattonava l’arma. Se avesse voluto sparare avrebbe esploso anche il secondo colpo, invece si è aggrappato al fucile per difenderlo».

L’imputato «è sceso per difendere la propria famiglia, voleva far allontanare i ladri», non voleva uccidere e per questo «va assolto». Se in quel tira e molla, tra Cattaneo e il ladro, «è partito un colpo, la causa accidentale è la spiegazione più logica» aggiunge l’altro difensore, l’avvocato Vincenzo Stocchino. Una spiegazione che sembra aver convinto i giudici d’appello.

11 Aprile 2024
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