Cinema
5:00 am, 5 Marzo 24 calendario

“Dostoevskij” dei D’Innocenzo «guarisce dalla malattia del vivere»

Di: Patrizia Pertuso
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Alla 74esima edizione del Festival di Berlino, dove è stata presentata in anteprima mondiale, Dostoevskij, la serie tv Sky Original ideata, scritta e diretta dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo – prima dell’estate al cinema e subito dopo su Sky – , è stata accolta da una vera e propria maratona d’applausi.

Dostoevskij è stata girata sul litorale laziale, protagonista Filippo Timi

Sarà per quel Filippo Timi, perfetto protagonista dei sei episodi della serie girata per la gran parte su un litorale laziale (che per i fratelli D’Innocenzo «sembra l’Alabama»), un «poliziotto dal passato guasto – raccontano i registi – e dal futuro inevitabile, che si trova a indagare sulla scia di sangue di uno spietato omicida seriale, soprannominato Dostoevskij a causa delle lettere piene di dettagli macabri che lascia sulle scene del crimine».

Poliziotto e serial killer uniti dalla solitudine

Sarà perché questo poliziotto e l’assassino altro non sembrano che le due facce della stessa medaglia, una sorte di yin e yang le cui energie opposte sono necessarie per la loro esistenza. «Entrambi sono intangibili, sfuggenti, fantasmi, che procedono al buio nel buio della coscienza – spiegano ancora i fratelli D’Innocenzo -, che si danno la caccia, ma anche una carezza, sviscerando assieme una solitudine che tutto assorbe e tutto ingloba. Così il poliziotto si ritrova a seguire l’indagine più complessa di tutte in cui “il vero crimine è vivere”». Soprattutto se lo si fa senza cadere nella trappola del giudizio o, peggio, del pregiudizio.

Timi: «Dopo aver lavorato tanto su Shakespeare si scardina ogni giudizio»

«Dopo aver lavorato tanto su Shakespeare scardini ogni giudizio – confessa Filippo Timi -. E poi lo dite a me che già balbetto e non vedo un cavolo, così se mi tocca fare una narrazione contro tendenza mi ci butto anche se me la faccio sotto».

Dostoevskij: “Vi ho guariti dall’assurda malattia del vivere”

Timi, alias Enzo Vitello, è letteralmente ossessionato dalle parole del serial-killer tanto che in lui comincia a farsi spazio la follia: la sua non è più soltanto un’indagine, ma una sorta di discesa agli inferi piena di demoni alla fine della quale troneggia la frase cult del film scritta ovviamente da Dostoevskij: “Vi ho guariti dall’assurda malattia del vivere”.

PATRIZIA PERTUSO

 

5 Marzo 2024 ( modificato il 4 Marzo 2024 | 15:21 )
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