Striscia di Gaza
11:40 am, 2 Marzo 24 calendario

MO, Onu: 9 mila donne uccise a Gaza, morto di fame il decimo bambino

Di: Redazione Metronews
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Da una parte le trattative, dall’altra la morte e la carestia che, dall’inizio del conflitto, ha colpito 9 mila donne e, oggi, il decimo bambino. Mentre per il notiziario libanese Al-Akhbar dovrebbe atterrare oggi al Cairo una delegazione israeliana per portare avanti i colloqui per una tregua temporanea e il rilascio degli ostaggi, prosegue il drammatico elenco dei civili morti nella Striscia di Gaza.

Per Un Women 9 mila donne sono state uccise dall’inizio del conflitto

Dall’inizio del conflitto, quel 7 ottobre dell’anno scorso, secondo un rapporto firmato da Un Women, circa 9 mila donne sono state uccise dalle forze israeliane a Gaza. Questa cifra è probabilmente sottostimata, ha affermato l’agenzia delle Nazioni Unite impegnata a promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, secondo cui ogni giorno a Gaza continuano le uccisioni, con una media giornaliera di 63 donne ammazzate, delle quali 37 sono madri, lasciando le loro famiglie devastate e i loro figli con minore protezione.

Quattro donne su cinque restano senza cibo

Più di quattro donne su cinque, ovvero l’84%, riferiscono che la loro famiglia mangia la metà o meno del cibo di quello che consumava prima dell’inizio del conflitto, e che sono le madri e donne adulte ad avere il compito di procurarsi da mangiare, ma sono costrette a cibarsi per ultime, meno e meno di tutti gli altri, ha riferito l’agenzia. Quattro donne su cinque, precisamente l’84%, a Gaza hanno dichiarato che almeno uno dei loro familiari ha dovuto saltare i pasti durante la scorsa settimana. Nel 95% di questi casi, sono le madri a restare senza cibo, saltando almeno un pasto per nutrire i propri figli. Alcune donne ora ricorrono alla ricerca di cibo sotto le macerie o nei cassonetti.

Morto per malnutrizione e disidratazione il decimo bambino

In questo dramma si inscrive la notizia del decimo bambino morto per malnutrizione e disidratazione nella Striscia di Gaza. Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme sulla disperata insicurezza e sull’incombente carestia nell’enclave.

«I documenti ufficiali di ieri o di questa mattina riportano della presenza di un decimo bambino morto per fame ufficialmente registrato in un ospedale – ha detto il portavoce dell’Oms, Christian Lindmeier -, si tratta di una soglia molto triste, ma purtroppo ci si può aspettare che le cifre non ufficiali siano più alte».

La notizia è arrivata dopo che i media hanno riferito che durante la notte quattro bambini erano morti all’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, oltre ad altri sei giovani deceduti mercoledì nello stesso centro e all’ospedale Al Shifa, della città di Gaza.

Aiuti umanitari paracadutati su Gaza, «una goccia nell’oceano» della carestia

Di fronte alla disperata situazione umanitaria a Gaza, diversi paesi hanno iniziato a paracadutare aiuti nel territorio palestinese, un metodo difficile e insufficiente per soddisfare gli enormi bisogni della popolazione. Giordania, Egitto ed Emirati Arabi Uniti hanno già cominciato e gli Stati Uniti hanno annunciato che “nei prossimi giorni” parteciperanno a queste operazioni.

Ma un funzionario statunitense ha riconosciuto che «non sono altro che una goccia d’acqua nell’oceano» dei bisogni di questa enclave devastata da quasi cinque mesi di guerra e con quasi nessun accesso a cibo, acqua o medicine. Gli abitanti di Gaza hanno riferito all’Afp che numerosi pallet carichi di aiuti sono finiti in mare. E le Nazioni Unite avvertono che la carestia è «quasi inevitabile» in questo territorio in cui si concentrano 2,4 milioni di abitanti.

Nel nord della Striscia di Gaza, dove è iniziata l’offensiva di terra israeliana, molti residenti non possono mangiare altro che foraggio.

Le Nazioni Unite accusano Israele di aver bloccato l’accesso alla Striscia di Gaza

Secondo il portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), Jens Laerke, «gli aiuti che arrivano in questo modo possono essere solo l’ultima risorsa: la consegna via terra è migliore, più efficiente e meno costosa». E ha insistito: «Se non cambia nulla, la carestia è quasi inevitabile». Le Nazioni Unite accusano le forze israeliane di aver bloccato «sistematicamente» l’accesso alla Striscia di Gaza, anche se le autorità israeliane negano.

Quasi mille camion di aiuti sono fermi al confine egiziano

Le organizzazioni umanitarie sostengono che la soluzione migliore sarebbe che Israele aprisse i valichi di frontiera e consentisse ai convogli di camion di entrare e distribuire gli aiuti in completa sicurezza. Ma quasi mille camion aspettano di entrare a Gaza al confine egiziano, secondo il portavoce del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. «I lanci con il paracadute sono estremamente difficili – ha detto Stephane Dujarric – ma tutte le opzioni sono sul tavolo».

Oltre a essere complicato, il trasporto aereo aumenta i costi delle operazioni. Sebbene un aereo possa trasportare l’equivalente del carico di due camion, il costo del trasferimento è dieci volte superiore, ha detto alla BBC britannica Jeremy Konyndyk, presidente della Ong Refugees International. «Piuttosto che lanciare cibo dal cielo, dovremmo esercitare una forte pressione sul governo israeliano affinchè consenta la distribuzione degli aiuti attraverso canali più tradizionali, che consentono di fornire aiuti su scala più ampia», ha detto.

2 Marzo 2024
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