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4:19 pm, 25 Gennaio 24 calendario

La Bce mantiene i tassi alti e Lagarde avverte: «Prematuro pensare a tagli»

Di: Redazione Metronews
La Bce mantiene i tassi alti
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La Bce mantiene i tassi alti. Senza sorprese, la Banca Centrale Europea ha confermato il proprio tasso di interesse di riferimento al livello record del 4,5%, segnalando un calo dell’inflazione in linea con le proprie aspettative. È la terza volta che il Consiglio direttivo ha mantenuto fermo il tasso, ribadendo allo stesso tempo la propria determinazione a mantenere i costi di finanziamento a «livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario». «Il consiglio direttivo era concorde nel ritenere prematuro discutere di tagli dei tassi», ha fatto poi sapere la presidente della Bce Christine Lagarde durante la conferenza stampa, sostenendo che la ripresa dell’inflazione a dicembre è stata «più debole del previsto» e prevedendo che le pressioni sui prezzi «si attenueranno ulteriormente nel corso dell’anno».

La Bce mantiene i tassi alti

Ma Lagarde ha avvertito anche che la rapida crescita dei salari e la minore produttività «mantengono alte le pressioni sui prezzi». Non solo, ma l’escalation del conflitto in Medio Oriente potrebbe rappresentare un rischio e per questo la Bce monitora costantemente l’aumento dei costi di spedizione. Qualora i prezzi dell’energia continuassero a scendere in linea con le aspettative del mercato, i prezzi invece potrebbero «scendere più rapidamente del previsto nel breve termine». Insomma, sebbene l’inflazione dell’eurozona abbia registrato un’accelerazione a dicembre, la Lagarde ha affermato che la ripresa è stata più debole del previsto e «non toglie nulla alla nostra opinione che il processo di disinflazione sia in atto».

Nessuna reazione dei mercati

I mercati non hanno mostrato alcuna forte reazione alla decisione di mantenere i tassi fermi, che era stata ampiamente prevista dagli investitori. Anche sullo spread l’effetto è stato poco sensibile, ma non il tasso del Btp che ha registrato una flessione attestandosi al 3,8%. Gli investitori sono alla ricerca di indizi da parte dei banchieri centrali sulla velocità con cui l’inflazione potrebbe scendere e su quando i costi di finanziamento potrebbero iniziare a diminuire. C’è molta incertezza riguardo la tempistica in quanto anche se restano deboli molti dati macroeconomici, si teme che l’elevata crescita dei salari e le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dagli attacchi alle navi nel Mar Rosso possano mantenere alta l’inflazione. Oltre alla Bce, anche le banche centrali di Giappone, Canada e Norvegia hanno lasciato invariata la politica monetaria nei giorni scorsi: ora i fari sono puntati alla Federal Reserve (anche alla luce dei dati sul Pil Usa, cresciuto del 3,1% e scongiurando così le ipotesi di recessione) e alla Banca d’Inghilterra che si pronunceranno la prossima settimana.

25 Gennaio 2024
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