L’ambasciatore di Israele via da Ankara “finché Erdogan presidente”

“L’ambasciatore d’Israele non tornerà” ad Ankara “fin quando Recep Tayyip Erdogan sarà presidente della Turchia”.

Parola del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen che si è espresso così in dichiarazioni all’emittente Reshet Bet rilanciate dal giornale Haaretz.

Erdogan contro il presidente di Israele: “Come Hitler”

Cohen ha contestato il “comportamento irresponsabile” del leader turco, accusato di “schierarsi con Hamas” dopo le dure critiche di Erdogan al premier israeliano Benjamin Netanyahu accusato di “comportarsi come Hitler”. Mentre prosegue l’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza dopo l’attacco del 7 ottobre.

“Credo sia stato dimostrato che era giusta la decisione che ho preso di richiamare per consultazioni l’ambasciatrice israeliana in Turchia”, ha sostenuto Cohen, che ha definito “ingrato” Erdogan ricordando gli aiuti umanitari assicurati a febbraio da Israele alla Turchia dopo il devastante terremoto che fece migliaia di morti.

Israele ha richiamato il 19 ottobre la sua ambasciatrice in Turchia, Irit Lilian, facendo riferimento a motivi di sicurezza. Il 4 novembre poi Ankara ha richiamato il suo ambasciatore in Israele criticando le operazioni militari nella Striscia di Gaza.

167 militati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra

Altri tre soldati israeliani hanno perso la vita nei combattimenti in corso nella Striscia di Gaza contro i miliziani di Hamas portando a 167 il numero dei militati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra.

Lo hanno reso noto le Idf identificando le vittime nel sergente riservista Asaf Pinhas Tubul, 22 anni, di Kiryat Motzkin. Nel caporale riservista di 24 anni Neriya Zisk, di Masùot Yitzhak. E nel maggiore Dvir David Fima, 32 anni, vice comandante del 198esimo battaglione della 460a brigata corazzata, di Kfar Yona.

Il Times of Israel precisa che Tubul è stato ucciso nel sud della Striscia di Gaza. Mentre Fima e Zisk nel centro dell’enclave palestinese, ma in scontri separati.