Genovese resta in carcere, respinta la richiesta di andare in comunità

Alberto Genovese deve restare in carcere, lo ha deciso il collegio del tribunale di Sorveglianza di Milano. L’ex imprenditore noto nel campo delle startup, condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni inflitta per due casi di violenza sessuale,  rimarrà quindi nel carcere di Bollate. I giudici hanno rigettato la richiesta della difesa, rappresentata dagli avvocati Antonella Calcaterra, Salvatore Scuto e Davide Ferrari, di poter essere curato in una struttura terapeutica, riprendendo quel percorso di recupero interrotto con il ritorno dietro le sbarre avvenuto il 13 febbraio scorso. La decisione della Sorveglianza arriva dopo la valutazione psichiatrica disposta per valutare la criminogenesi, ossia l’insieme delle tendenze di origine genetica o ambientale che possono indurre una persona a compiere atti antisociali. Genovese, che deve scontare una pena residua inferiore a 4 anni, nelle prossime settimane dovrà affrontare una nuova udienza preliminare per un altro filone di indagine per violenze sessuali, diverso da quelli verificatisi alla Terrazza Sentimento a Milano e a Villa Lolita a Ibiza per cui è stato condannato.