taxi
2:40 pm, 5 Ottobre 23 calendario

Licenze taxi, l’ira dei sindacati contro il decreto Asset: si amplia lo sciopero. I consumatori: “Denunceremo sindaci che non le aumentano”

Di: Redazione Metronews
condividi

I taxi vanno contro il decreto che consente un +20% di licenze nelle grandi città. Si amplia dunque lo sciopero di 24 ore per il 10 ottobre delle sigle sindacali dei tassisti.

Con 155 voti favorevoli, 108 contrari e 2 astenuti la Camera ha infatti approvato in via definitiva il cosiddetto decreto Asset, che contiene, tra l’altro, la norma, corretta, sulla tassazione degli extra profitti delle banche; quelle contro il caro voli e sulle licenze dei taxi.

Taxi
Taxi

Urso e Gualtieri, è polemica sui fondi e le licenze

Con il decreto asset  si ha «la svolta del servizio taxi perchè abbiamo reso possibile in tempi rapidissimi la concessione di nuove licenze. Con concorsi straordinari che si affiancano a quelli ordinari. Ho scritto stamattina ai 60 sindaci, sedi di aeroporti, affinchè si attivino da subito perchè i cittadini non possono aspettare», dice il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. E poi: «Gualtieri è stato due anni sindaco e non ha attivato le procedure ordinarie, prima è stato ministro per due anni e poteva cambiare la legge. Quindi c’è stata un’inadempienza conclamata di 4 anni», ha concluso.

“A me non interessa la polemica ma di fare le licenze più in fretta, se mi tolgono i soldi è chiaro che dovrò scegliere tra la procedura ordinaria o perdere risorse preziose – ribatte il sindaco di Roma -Non navighiamo nell’oro. Le polemiche non hanno senso, ci sono i fatti. Anzi se vogliono rimediare facessero un decreto di una riga che ripristina il 20% ai Comuni e gli faremo l’applauso”. “Sulle vere licenze permanenti dei taxi oggi si fa un bando, con una procedura molto lunga. Il Governo ci ha detto: vi faremo una procedura semplificata, vi faremo risparmiare tempo, anche se in realtà è qualche settimana. Ma hanno cambiato una cosa fondamentale: oggi quando si pagano le nuove licenze l’80% va ai tassisti detentori delle licenze e il 20% va ai comuni, che possono gestire tutto il lavoro che sta intorno al servizio taxi. Il Governo però ha deciso che il 100% vai ai tassisti quindi il 20% ai Comuni è sparito, scippato. E’ un errore, una cosa assurda. L’ho spiegato al ministro: se vuoi che uso la corsia preferenziale non mi puoi togliere il 20%. Non sono pochi soldi ma si tratta di svariati milioni tolti a Roma”.

I consumatori contro i sindaci che non aumenteranno le licenze

Dopo l’approvazione definitiva del Dl Asset che contiene semplificazioni e procedure più snelle per l’aumento delle licenze taxi, il Codacons è pronto a denunciare quei comuni che non si attiveranno per aumentare il numero di auto bianche in circolazione. “I sindaci delle principali città italiane dove si riscontra una grave carenza di taxi non hanno più scuse, e devono attivarsi per aumentare fino al 20% le licenze sul territorio. Se i sindaci delle città dove si registra una carenza di taxi non avvieranno le procedure per il rilascio di nuove licenze, saranno denunciati dal Codacons alle competenti procure per i possibili reati di rifiuto di atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio”.

“Una delusione! Purtroppo il Parlamento non ha migliorato il decreto legge varato dal Governo, che resta, quindi, un provvedimento spot inutile”, dice invece Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il varo del dl Asset. “Si tratta o di cose inutili o di un riciclo di cose vecchie già sperimentate e fallite miseramente. I Comuni e le Regioni da anni possono aumentare a piacimento le licenze, peccato che, essendo ostaggi dei tassisti, non lo abbiano praticamente mai fatto. Insomma, un incremento che resterà sulla carta, o, peggio ancora, d’ora in poi avrà pure un tetto del 20% che invece prima non esisteva” prosegue.
“Quanto alle licenze di taxi aggiuntive temporanee per fronteggiare incrementi della domanda, è già previsto fin dalla prima lenzuolata Bersani, ossia dal 2006, con il decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dove fin da allora era previsto, e lo è tuttora, che i Comuni possono rilasciare titoli autorizzatori temporanei per fronteggiare eventi straordinari”, aggiunge Dona. “Insomma, sarebbe servito ben altro. Ad esempio eliminare i vincoli territoriali, in modo che sia i tassisti che gli Ncc possano svolgere il servizio dove vogliono, oppure eliminare per gli Ncc l’assurdo obbligo di rientro in rimessa che ancora parzialmente permane nonostante una sentenza della Consulta” conclude Dona.

Cosa dice il decreto

Nelle grandi città italiane risultano attive poco più di 22mila licenze per auto bianche, poche per far fronte all’incremento della domanda, soprattutto nelle mete turistiche più affollate. I Comuni capoluogo di regione, sede di Città Metropolitana o di aeroporto, in tutto oltre 60, potranno aumentare le licenze fino al 20% di quelle già rilasciate, attraverso un concorso straordinario e procedure più snelle. I Comuni non avranno necessità di chiedere ulteriori pareri per indire i concorsi, salvo la congruità del prezzo alla Autorità dei trasporti con il principio del silenzio assenso, in un massimo di 15 giorni. I Comuni potranno inoltre rilasciare licenze aggiuntive a chi è già titolare di permesso taxi o noleggio con conducente nei casi di aumento straordinario della richiesta, legato a grandi eventi o flussi turistici superiori alla media stagionale, come ad esempio il Giubileo 2025 a Roma, le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Tali licenze hanno carattere temporaneo o stagionale e possono essere prorogate fino a 2 anni. Semplificata invece la procedura per la doppia guida, sarà sufficiente una comunicazione. I beneficiari, anche a titolo oneroso, possono affidarle a terzi, che siano però in possesso di certificato di abilitazione.

I taxi contro il decreto Asset

«La causa scatenante è il decreto Asset, un provvedimento Omnibus (quei «contenitori minestrone» dove la politica c’infila di tutto), predisposto nel periodo estivo, con tempi di approvazione contingentati», spiega Usb Taxi.  «I primi due commi sono quasi ridicoli, il Governo non solo non si occupa di definirli, ma addirittura introduce delle procedure che ne annulleranno in parte gli effetti. Un altro elemento negativo è la possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale».

“Non si sparino numeri a caso per far clamore, che poi quando cala il lavoro si intoppa tutto e ci ritroviamo le macchine sul groppone, senza piazzole di sosta, adeguate infrastrutture per la sosta né corsie preferenziali. Giusto sarebbe andare per gradi, intanto rilasciando 300 autorizzazioni con la graduatoria comunque lasciata aperta”. Così Loreno Bittarelli, presidente Cooperativa RadioTaxi 3570, commenta il decreto del governo per avere subito più licenze in tutta Italia. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha convocato per domani un incontro con la categoria, per arrivare a 1500 autorizzazioni in più. “Bene il confronto, lo abbiamo sollecitato noi. Ma è da incoscienti ipotizzare 1500 autorizzazioni tutte insieme, è una follia secondo il nostro punto di vista”. E sulle regole previste dal decreto Asset, Bittarelli dice: “La doppia guida va bene, una volta snellite le procedure, mentre la licenza stagionale è una cosa che non sta in piedi dal punto di vista economico, perché non è possibile che un tassista debba acquistare un veicolo ecologico, elettrico, che costa 40, 50mila euro per farlo uscire tre, quattro mesi all’anno. Come può far rientrare per ammortamento di questo investimento? Oltretutto si creerebbe una disparità sullo stesso mercato tra tassisti di serie A e B. Si devono sbrigare come pure sulle tariffe, non è pensabile che siano ferme da 11 anni. Si è tralasciato troppo e per troppo tempo, con risultati sotto gli occhi di tutti”.

Marattin: “Serve una vera liberalizzazione del settore”

«Il decreto Asset contiene, in sostanza, due clamorose retromarce e un grave errore», ha detto Luigi Marattin, deputato di Azione-Italia Viva, nel corso della dichiarazione di voto sulla fiducia al Dl Asset. «Le retromarce sono quelle sul tetto al prezzo dei biglietti aerei e sugli extraprofitti, con una tassa che diventa in modo ridicolo volontaria. L’errore è sui taxi: rispetto al problema dei taxi il decreto non serve a niente. Le persone hanno bisogno di un servizio di trasporto pubblico non di linea che non sia dietro a quello dei paesi in via di sviluppo. Perchè dobbiamo lasciare i cittadini ostaggio di un’efficienza del genere? Quel che serve è un aumentare il numero di licenze e far includere nel sistema del Tpl le piattaforme tecnologiche sviluppate in questi anni. Allo stesso tempo, bisogna venire incontro ai tassisti per alcune loro legittime rivendicazioni. Ma lo Stato forte non arretra davanti al ricatto delle manifestazioni di piazza. Quindi una vera azione di liberalizzazione del settore è necessaria perchè a soffrire di questa situazione non sono i più ricchi, che vanno con l’autista o chi sta in centro, ma chi abita nelle periferie», ha concluso.

5 Ottobre 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo