I Solisti del Teatro
1:45 pm, 20 Luglio 23 calendario
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Io mi chiamo G per I solisti del Teatro

Di: Redazione Metronews
Io mi chiamo G.
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Sabato 22 luglio, in anteprima nazionale debutta, nell’ambito della rassegna I Solisti del Teatro, diretta da Carmen Pignataro lo spettacolo musicale Io mi chiamo G. Spettacolo dedicato al grande artista Giorgio Gaber. A vent’anni dalla sua scomparsa. Interpretato da Marco Zangardi e Maria Teresa Pintus. Accompagnati dai musicisti Andrea Moriconi alla chitarra, Fabio Landi al basso e Valerio Cosmai alla batteria. Per la regia di Marco Belocchi e la direzione musicale di Andrea Moriconi

Io mi chiamo G 

«Riproporre Gaber a vent’anni dalla scomparsa – spiega il regista Marco Belocchi – non è soltanto un doveroso omaggio ad un grande artista. Ma è necessario e indispensabile! In un tempo come il nostro, in cui i valori si sono totalmente dissolti, in cui il degrado culturale ha raggiunto minimi storici, in cui la politica non ha quasi più senso e certamente non rappresenta più il popolo, ma è asservita ai poteri forti, in cui globalizzazione, televisione, sistemi digitali, social e quant’altro sta sempre più soppiantando l’umano, spesso ci siamo trovati a pensare. Ma cosa ne direbbe oggi Gaber di tutto questo, lui che, in qualche modo, lo aveva presagito, preconizzato, paventato? Ovviamente non lo sappiamo e allora andiamo a ripercorrere il pensiero, ovvero le canzoni e i testi straordinari di questo straordinario artista, forse unico nel panorama italiano, non solo per le sue peculiarità artistiche, ma per la coerenza assoluta, per non aver mai ceduto a compromessi o ai facili successi. Un artista che sapeva toccare la mente, ma anche il cuore, con sarcasmo, con dolcezza, con intelligenza, con sensibilità e soprattutto con un’umanità coinvolgente». 

Gaber senza Gaber

«Qualcuno ha detto – continua il regista – che quando si usciva dai suoi spettacoli, (e noi siamo della generazione che ne ha per fortuna usufruito) ci si sentiva migliori, appagati da un senso di appartenenza umana. Ecco questo è il senso di riproporre ripensare e meditare Gaber. Certamente Gaber senza Gaber non è la stessa cosa. Indiscutibilmente le interpretazioni erano un tutt’uno con i testi e le canzoni e ne risultavano performance ineguagliabili. Purtroppo questo accade ed è accaduto con tutti i grandi autori-interpreti, da Molière a De Filippo, da Luis Armstrong ai Pink Floyd. Ma è anche un modo per perpetuarne la memoria, il messaggio, la bellezza.  Naturalmente nel pensare lo spettacolo occorre operare delle scelte, anche dolorose, sacrificare brani che sono nella memoria collettiva, per non rischiare di fare una greatest hits che alla fine rimane in superficie. La nostra scelta ha voluto privilegiare il Gaber forse meno noto, tralasciando la politica in senso stretto, attenendoci semmai a qualche apertura aociale/comportamentale, e recuperando invece il Gaber più intimo, più sensibile, vorremmo dire più femminile. Perché in fondo Gaber aveva due anime, sapeva miscelare perfettamente quella maschile, più sarcastica e politica, a quella femminile, scura e malinconica, a tratti dolce e sensuale». 

Gli interpreti di Io mi chiamo G 

«Anche per questo abbiamo scelto due interpreti – conclude Marco Belocchi – che potessero sdoppiare queste due anime, un attore e un’attrice/cantante, proprio per restituire le due facce in lui così mirabilmente indissolubili, evitando però letture o altro, ma mettendo in scena i brani, ‘recitando’, nel senso più
completo della parola, come del resto faceva lo stesso Gaber. Nello stesso tempo come linea-up musicale abbiamo scelto un trio dalle venature rock, il classico chitarra-basso-batteria, (con gli arrangiamenti del M° Andrea Moriconi), per rendere al massimo la musicalità dei brani, esaltarne le armonie e la modernità e perché no anche una certa aggressività tutt’altro che retro».

«La scenografia invece sarà, a parte qualche elemento scenico, tutta visuale. Con proiezioni che supporteranno sia i momenti musicali che quelli in prosa.  Contrasti e chiaroscuri di questa scelta sono la nostra linea d’interpretazione di brani come Prima dell’amore e Dopo l’amore. E, ancora, di Quando sarò capace di amare o Com’è bella la città. Oppure di Piccoli spostamenti del cuore, Lo specchio, etc. Ci auguriamo che Gaber possa ancora una volta toccare i cuori e le menti di tutti! 

20 Luglio 2023
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