Milano
4:54 pm, 17 Luglio 23 calendario

Scorpione di 230 milioni di anni tra i fossili del Museo di Storia Naturale

Di: Redazione Metronews
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Nuova scoperta paleontologica tra i fossili conservati al Museo di Storia Naturale di Milano ed estratti dal giacimento Unesco di Besano-Monte San Giorgio, in provincia di Varese. Un piccolo pezzo di roccia dolomitica, aperto in due, ha rivelato il corpo di uno scorpione: in soli 4,4 centimetri di lunghezza l’animale è conservato integro, con occhi, zampe e coda completa di aculeo. Coordinati dal paleontologo del museo Cristiano Dal Sasso, i ricercatori Marco Viaretti e Gabriele Bindellini, afferenti al Dipartimento di Scienze della Terra ‘A. Desio’ dell’Università di Milano, hanno studiato in dettaglio il prezioso fossile di scorpione, scoprendo che si tratta di una nuova specie, ora battezzata Protobuthus ziliolii sulla rivista scientifica internazionale Paläontologisches Zeitschrift. Gli artropodi terrestri sono fossili molto rari, questo esemplare è il primo scorpione dell’Era Mesozoica scoperto in Italia e la seconda specie al mondo del genere Protobuthus. «Le mie congratulazioni al team di ricerca per l’importante scoperta, che conferma l’identità dei musei civici milanesi come importanti centri di ricerca scientifica e artistica», ha commentato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi.

Con l’aiuto della luce UV e del microscopio elettronico a scansione il team ha accertato che «il fossile è il corpo stesso dello scorpione e non una semplice exuvia, cioè non è l’esoscheletro vuoto, che gli artropodi abbandonano più volte crescendo nel corso della loro vita, e che ha dunque più possibilità di fossilizzare rispetto al corpo originale», ha spiegato Viaretti.
Il fossile è stato estratto dagli strati superiori del giacimento di Besano, in provincia di Varese, uno tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo del Triassico Medio, epoca geologica compresa tra 247 e 237 milioni di anni fa. I fossili di questa montagna, noti per la loro varietà e per l’eccezionale stato di conservazione, sono stati portati alla luce e analizzati a partire dal 1850 da paleontologi svizzeri e italiani. «Quei sedimenti dunque confermano di essersi depositati in acque basse, non lontano dalla riva da cui proveniva la carcassa dello scorpione – afferma Bindellini -. I sedimenti sottostanti, invece, si formarono in tempi precedenti, quando quel bacino era molto più profondo. E infatti contengono pesci di mare aperto e rettili tipicamente marini, come gli ittiosauri che hanno reso famoso nel mondo il giacimento di Besano-Monte San Giorgio», conclude Dal Sasso. Il reperto non è stato ancora esposto al pubblico, ma farà parte di un nuovo percorso dedicato ai fossili lombardi, che sarà allestito nei prossimi anni al piano terra del Muse

17 Luglio 2023
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