Verona
7:45 pm, 6 Giugno 23 calendario

Schiaffi, botte, urina addosso: così 5 agenti torturavano i poveracci

Di: Redazione Metronews
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«Adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta fai, boom boom boom boom […] e io ridevo come un pazzo […] Gli ho lasciato la porta aperta in modo tale che uscisse perché io so che c’è la telecamera dentro […] mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca amò, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto là […] gliel’ho tirata bene, gli ho detto adesso lo sfondo, bam […] minchia che pigna che gli ho dato». Così parlava con la fidanzata in una intercettazione uno dei 5 poliziotti, un ispettore e 4 agenti, della questura di Verona arrestati per violenze e tortura nei confronti di immigrati e senza dimora, mentre altri 17 sono indagati. In un altro caso uno dei poliziotti arrestati aveva urinato addosso a una persona in loro custodia «per svegliarlo». In un altro hanno usato lo spray al peperoncino. O le risate, in risposta alle richieste di aiuto di una vittima che si contorceva per le botte ricevute.  E’ una lista di orrori quella che si legge nell’ordinanza di custodia cautelare a conclusione di un’indagine  che ha accertato diversi abusi tra il luglio 2022 e il marzo 2023.

Agenti torturavano migranti e senza dimora

Condotte esercitate su chi non aveva voce: «Amara constatazione è quella per la quale i soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcool o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente deboli» si legge nell’ordinanza. «Una circostanza – sottolinea la gip di Verona Livia Magri – che, da un lato, ha consentito agli indagati di vincere più facilmente eventuali resistenze delle loro vittime, dall’altro lato ha rafforzato la convinzione dei medesimi indagati di rimanere immuni da qualunque conseguenza di segno negativo per le loro condotte, non essendo prevedibile, nella loro prospettiva, che alcuna delle persone offese si potesse determinare a presentare denuncia o querela (come in effetti confermato dagli eventi)». Ai cinque agenti indagati sono stati contestati anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.

Le indagini affidate alla stessa polizia

«I fatti contestati sono gravi. Gli accertamenti sono stati fatti da poliziotti nel corso dell’indagine durata diversi mesi. E la ragione della durata è che sotto la direzione dell’autorità giudiziaria, con la quale c’è stata una collaborazione perfetta, si sono messi in campo tutti gli sforzi per raccogliere gli elementi probatori necessari a sostenere in maniera adeguata l’accusa in giudizio. La verità processuale sarà quella che emergerà dal processo». A dirlo il questore di Verona Roberto Massucci. «Nel tempo mi sono premunito di avvicendare dal reparto volanti tutti quei poliziotti che magari non avevano agito ma erano presenti». Il capo della polizia Vittorio Pisano sottolinea come le indagini siano state eseguite dalla stessa polizia: «Ringrazio la procura della Repubblica di Verona per la fiducia accordata alla polizia di stato nel delegare alla locale squadra mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura. La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre».

Cucchi: non solo mele marce ma sistema

Contesta la tesi delle male marce la senatrice Avs  Ilaria Cucchi, visto anche il fatto che tra gli indagati ci sono molti che hanno assistito o sapevano. Si tratta quindi «di un vero e proprio sistema di coperture per coprire responsabilità e allontanare sospetti». Cucchi ritiene «assolutamente necessario introdurre nella nostra normativa il codice identificativo per il personale delle forze di polizia e le bodycam da apporre sui caschi o sulle divise degli agenti con l’obiettivo di filmare, dall’inizio alla fine del servizio, le eventuali violazioni dei diritti che potrebbero verificarsi».

6 Giugno 2023
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