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6:18 pm, 8 Maggio 23 calendario

Imballaggi, verso l’addio a insalata in busta e bottiglie magnum

Di: Redazione Metronews
Ue su imballaggi
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Il nuovo regolamento Ue su imballaggi e contenitori rischia di stravolgere le abitudini dei consumatori, cancellando dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete ma anche le bottiglie magnum di vino con un «effetto dirompente» sui carrelli degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari. Lo ha segnalato la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione di Tuttofood a Milano, alla vigilia della Giornata dell’Europa che si celebra il 9 maggio. L’ultima “minaccia”, secondo Coldiretti, è quella rappresentata dalla proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione Europea «che imporrebbe, tra le altre cose, l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 kg, giudicate superflue e considerate al pari delle piccole confezioni di shampoo usate negli hotel. Una scelta che apre ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Basti pensare al tradizionale cestino di fragole o piccoli frutti che soprattutto nelle fasi di trasporto protegge l’integrità del prodotto».

La proposta Ue su imballaggi e contenitori

Ma si rischia anche un effetto negativo sui consumi – aggiunge Coldiretti – dove i prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani, con il pericolo di ridurne il consumo, già calato dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi nel 2022, con un impatto pericoloso sulla salute. Il risultato è che appena il 16,8% degli italiani ha consumato prodotti ortofrutticoli almeno quattro volte al giorno, con una forte diminuzione rispetto al periodo 2015-2018 quando la percentuale era al 20%, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. La direttiva impone poi – spiega Coldiretti – la standardizzazione delle bottiglie per il vino e la riduzione del loro peso, eliminando di fatto il formato magnum ma anche le tipologie più “importanti”, come ad esempio quelle necessarie per i grandi vini invecchiati, dal Barolo all’Amarone. Dal 1° gennaio 2030, il 10% delle bevande alcoliche immesse sul mercato deve inoltre utilizzare imballaggi inseriti in sistemi di riuso ma dal 1° gennaio 2040 tale soglia salirà al 25% dei prodotti immessi sul mercato. Per i vini, ad eccezione dei vini spumanti, è prevista una soglia del 5% a partire dal 1° gennaio 2030 che salirà al 15% entro il 1° gennaio 2040. 

Duramente colpito l’export italiano

Un vero e proprio stravolgimento che soprattutto nel caso del vetro – accusa Coldiretti – rischia peraltro di vanificare tutto il lavoro fatto nel corso degli anni sul fronte del riciclo per indirizzarsi verso un riutilizzo dai contorni problematici e poco chiari. «Così come strutturato il regolamento andrebbe di fatto – rileva Coldiretti – a colpire i due settori del Made in Italy più esportati all’estero». Se le vendite di vino sui mercati stranieri hanno sfiorato nel 2022 la quota record di 8 milioni di euro in valore, quelle di ortofrutta hanno raggiunto i 5,7 miliardi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, ai quali si aggiungono altri 4,8 miliardi di ortofrutta trasformata, quella più esposta ai cambiamenti in fatto di packaging. «Pur condividendo la necessità di assicurare una maggiore sostenibilità dei consumi», Coldiretti chiede dunque di correggere l’attuale proposta, «eliminando i divieti per il monouso di frutta e verdura sotto il peso di 1,5 kg e ricalibrando le misure per il settore vinicolo al fine di non pregiudicare la qualità delle produzioni e la possibilità di scelta da parte dei consumatori».

Codacons: «Costi scaricati sui consumatori» 

«Il nuovo regolamento sugli imballaggi proposto dall’Unione Europea danneggerà i consumatori, specie i single e le coppie senza figli, e rischia di determinare rincari dei prezzi di frutta e verdura nei supermercati – concorda il Codacons – se da un lato è giusto ridurre gli imballaggi e limitare il loro peso sull’ambiente, dall’altro è innegabile che una simile misura avrebbe un effetto dirompente sulle abitudini dei consumatori. Non sarebbe più possibile trovare nei supermercati confezioni monouso di insalata, vaschette di fragole, buste di mele, reti di arance o limoni, e tutti quei prodotti ortofrutticoli non venduti sfusi. Al di là dei disagi per tutti i cittadini durante gli acquisti, alcune categorie sarebbero particolarmente danneggiate, come i single o le coppie senza figli, coloro cioè che acquistano piccole quantità spesso ricorrendo a confezioni monouso, che consentono di gestire meglio la spesa settimanale e ridurre gli sprechi di cibo in casa. Vi sarebbe poi il rischio concreto di un incremento dei prezzi di frutta e verdura nei supermercati, venendo meno la concorrenza dei prodotti confezionati, con un danno economico per la generalità dei consumatori». Secondo il Codacons «la necessità di contrastare la produzione di rifiuti e salvaguardare l’ambiente deve andare di pari passo col rispetto dei diritti dei consumatori, e non può essere perseguita attraverso obblighi squilibrati e sproporzionati che pesano sulla collettività e danneggiano le tasche delle famiglie. Semmai l’Ue deve imporre a tutti i produttori imballaggi al 100% riciclabili, privi di plastica e con minimo impatto sull’ambiente, ponendo il problema a carico delle aziende e non certo dei consumatori».

8 Maggio 2023
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