Pnrr, la terza rata ancora non si vede. La Ue: “Scambi informazione in corso…”

La terza rata del Pnrr ancora non si vede. Per la valutazione da parte della Commissione Europea sulla richiesta di erogazione della terza rata di finanziamento del Pnrr presentata dall’Italia “per il momento i lavori sono in corso. Ci sono scambi costruttivi con le autorità italiane, vengono fornite informazioni complementari dove servono”, dice la portavoce dell’esecutivo Ue Veerle Nuyts, a Bruxelles durante il briefing con la stampa.

“Ci sono ancora degli scambi di informazioni, è tutto quello che posso dire”, aggiunge.

La terza rata Pnrr

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sabato 29 aprile a Stoccolma aveva detto di attendersi presto una risposta positiva da parte della Commissione. Nuyts ricorda comunque che “ritardi” rispetto alla scadenza “indicativa” per la valutazione si sono già verificati per altri Paesi, come “Lussemburgo, Romania e Slovacchia”.

«E’ chiaro che sul Pnrr la sfida è molto importante perchè le percentuali di utilizzo e le risorse europee nazionali del periodo 2014-2020 non sono incoraggianti. Ma è per questa ragione che il governo sta procedendo a una fase di attenta valutazione dei singoli interventi», dice il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, rispondendo ai giornalisti sul Pnrr. «Stiamo lavorando per poter avere questo monitoraggio chiaro, e d’intesa con la Commissione europea proporremo delle soluzioni di modifica del Pnrr per avere la possibilità di individuare interventi che, da una parte, adeguino il piano ai nuovi scenari, penso al tema della questione energetica e dell’inflazione e dall’altro siano realmente e completamente realizzabili entro il giugno del 2026».

«Entro agosto dobbiamo proporre la rimodulazione del Pnrr, ma lavoriamo per ridurre questo tempo».  Per il ministro fino ad oggi «i numeri ci dicono che non c’è quantità della spesa e non c’è neanche qualità della spesa – ha aggiunto -. Il governo ha ben chiaro il quadro di insieme e sta lavorando per realizzare quelle spese che incidono strutturalmente sul Mezzogiorno di Italia», ha concluso.