oscar 2023
7:06 am, 13 Marzo 23 calendario

A “Everything” 7 Oscar, niente all’Italia. I look delle star, le lacrime di Travolta

Di: Redazione Metronews
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“Everything everywhere all at once” vince ben 7 Oscar  su 11 nomination e trionfa. Migliore attrice protagonista è Michelle Yeoh. Migliore attore protagonista è  Brendan Fraser per The whale.

“Everything everywhere all at once”  ha vinto miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Michelle Yeoh), miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis), miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio.

Per  l’Italia niente da fare: “Le pupille” di Alice Rohrwacher, candidata favorita per il miglior corto è stata battuta da “An Irish Goodbye”. Delusione anche per la sconfitta di Aldo Signoretti, candidato per trucco e acconciature di “Elvis”, a cui i membri dell’Academy hanno preferito il team di “The Whale”.

Michelle Yeoh prima attrice asiatica

Michelle Yeoh è la prima attrice asiatica a vincere l’Oscar nella storia del cinema come migliore attrice protagonista. Yeoh interpreta il ruolo di una donna, madre, moglie e titolare di una lavanderia che finisce in un mondo parallelo, in «Everything everywhere all at once». Abbracciata subito dal marito, l’ex direttore generale della Ferrari in Formula Uno Jean Todt, non citato nei ringraziamenti di rito, l’attrice asiatica, 60 anni, ha anche fatto una battuta polemica, invitando le donne «a non farsi dire da nessuno che abbiamo passato il fiore degli anni». Il riferimento è all’affermazione dell’anchorman della Cnn Don Lemon, che aveva fatto affermazioni sessiste sulle donne, dicendo che dopo i quarant’anni erano sfiorite.

Le star sul red carpet color champagne

Niente red carpet, quest’anno a Hollywood, sostituito da un tappeto color champagne. Ma il glamour alla 95esima notte degli Oscar è rimasto immutato. Le star hanno fatto a gara per svettare, bianco e nero i colori dominanti, con puntate sui colori più accesi. E qualche look sicuramente rimarrà nelle cronache, come quello paillettato di Malala Yousafzai, la Premio Nobel per la pace, fuggita dai talebani pakistani: ha sostituito l’hijab con uno scintillante abito in paillettes argento di Ralph Lauren, versione moderna e sfidante del velo islamico.

Paillettes anche per Jamie Lee Curtis, che ha vinto il primo Oscar della sua carriera, scintillante in un abito lungo in cristalli e paillettes di Dolce e Gabbana. Anche Elisabeth Olsen indossava paillettes, ma nere. Mentre Rihanna, con tanto di strascico in pelle e cinture fascianti sui fianchi, era in Alaia nero, con il pancione del secondogenito in bella mostra. Ha scelto Louis Vuitton, con un top blu drappeggiato in seta sostenibile, Kate Blanchett, la straordinaria Lynda Tàr, a cui è sfuggita la statuetta per migliore attrice nell’omonimo ‘Tàr’. Era in Moschino Angela Bassett, candidata come migliore attrice non protagonista per il suo ruolo in «Black Panther: Wakanda Forever». Molto bella Ana de Armas, nomination come migliore attrice per ‘Blondè, in un lussureggiante Louis Vuitton. Perfetta Hong Chau, candidata come miglior attrice non protagonista in ‘The Whalè, in un abito Prada personalizzato, con l’aggiunta di un colletto alla coreana come omaggio alle sue radici.
Aggressiva e un filo troppo punk Florence Pugh, in couture Valentino, senza spalline, linea impero, con glorioso mantello, gigantesche maniche a sbuffo e spacco praticamente alla spalla a mostrare i pantaloncini neri, il tutto accompagnato da una collana Tiffany.

Strepitosa, ancora in Valentino couture, Stephanie Hsu, nominata come migliore attrice non protagonista per ‘Everything Everywhere All at Oncè. Mozzafiato Lady Gaga, candidata alla migliore canzone originale, in nero con corsetto trasparente e fasciante, firmata Versace, lo stesso abito con cui aveva sfiato Gigi Hadid alcune settimane fa al Versace Fashion Show. E a conferma della sua versatilità, pochi minuti dopo la star di Poker Face, si è sfilato l’abito e, salita sul palco per cantare Hold My Hand dalla colonna sonora di Top Gun: Maverick, ha indossato una semplice maglietta nera e jeans strappati.

Un abito ispirata alle divinità greche, in un azzardato arancio, quello di Giambattista Valli per Sandra Oh. Regale Michelle Williams, la struggente madre nominata come migliore attrice per ‘The Fabelmans’: era in chiffon di seta bianca, con corpetto a bustier argento ricoperto di scintillanti perle e paillettes ricamate, firmato Chanel.
In classico look hollywoodiano, firmato Louis Vuitton, una delle presentatrici, Deepika Padukonem: abito nero corvino con spalle scoperte e scollatura profonda, drappeggi sulle braccia, maniche a tutta lunghezza con guanti da Opera attaccati, busto aderente e gonna a sirena a sfiorare il pavimento. Strepitosa Ashley Graham, la modella «curvy» di maggior successo del momento: abito nero con scollo a lupetto in chiffon personalizzato Alberta Ferretti, che ha mescolato i look apparsi sulle passerelle di Milano, appena tre settimane fa.
Tra gli uomini indimenticabile Brendan Fraser, miglior attore per ‘The Whalè, tornato in forma strepitosa per entrare nel suo smoking di Giorgio Armani.

Le lacrime di John Travolta per Olivia Newton-John

Un momento forte dal punto di vista emotivo della notte degli Oscar è stato quando John Travolta ha introdotto il segmento «in memoriam», dedicato alle personalità di Hollywood che sono scomparse nell’ultimo anno. Travolta non ha trattenuto le lacrime quando ha ricordato Olivia Newton-John, scomparsa l’8 agosto dell’anno scorso a 73 anni. Con la cantante, attrice e attivista, l’attore aveva girato l’indimenticabile «Grease» ed era rimasto legato da una lunga amicizia.

Lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock

Nonostante sia stato bandito dall’Academy Awards per i prossimi nove anni, Will Smith è comunque stato presente nella 95esimaa edizione degli Oscar, anche se solo nelle battute ironiche del comico-presentatore, Jimmy Kimmel.

Lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock per la sua battuta sulla moglie, Jada Pinkett Smith, fu l’evento dell’edizione dell’anno scorso, gli Oscar 2022. A un anno di distanza e nonostante il tentativo dell’Academy di voltar pagina, l’evento è tornato sin dai primi minuti del galà. «Vogliamo che vi divertiate, che vi sentiate al sicuro. Soprattutto vogliamo che io mi senta al sicuro, quindi abbiamo messo in campo politiche rigorose: se qualcuno in questo teatro commette un atto di violenza in qualsiasi momento durante lo spettacolo, riceverà l’Oscar come miglior attore e gli sarà permesso di tenere un discorso di 19 minuti», ha ironizzato Kimmel. Una conclamata presa in giro dell’Academy, che lo scorso anno non seppe reagire tempestivamente a quanto accaduto.

Lady Gaga in jeans e t-shirt

Lady Gaga, candidata agli Oscar per la migliore canzone originale, si è presentata sul red carpet (quest’anno color panna) del Dolby Theatre per la 95esima edizione degli Academy Awards in un fasciante abito nero, firmato Versace: un abito con corsetto trasparente e vita bassa, lo stesso con cui aveva sfilato Gigi Hadid alcune settimane fa al Versace Fashion Show e che ha mostrato chiaramente i tatuaggi sulla schiena. Ma poco dopo, la star di Poker Face, si è sfilato l’abito e lavato il viso dal pesante trucco; e, salita sul palco per cantare Hold My Hand dalla colonna sonora di Top Gun: Maverick, ha indossato una semplice maglietta nera, jeans strappati e scarpe da ginnastica. Una novità assoluta perchè difficilmente Lady Gaga indossa abiti casual in pubblico.

Navalny, Mosca protesta

L’Oscar per il miglior documentario è andato, nella 95esima edizione dell’Academy Awards, a Navalny, il film che racconta le vicende legate all’avvelenamento del blogger russo finito poi in prigione in Siberia. Ma il Cremlino lo considera come un tentativo di «politicizzare» la settima arte. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. «Non posso giudicare le qualità di questo documentario, non l’ho visto e quindi non sarebbe logico dire nulla», ha esordito. «Ma anche se non l’ho visto, oso pensare che ci sia un certo elemento di politicizzazione dell’argomento. Hollywood a volte non si esime dal politicizzare le sue opere».

 

13 Marzo 2023
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