terremoto in umbria
4:38 pm, 10 Marzo 23 calendario

Ecco cos’è la faglia Alto Tiberina che fa tremare l’Umbria

Di: Lorenzo Grassi
faglia Alto Tiberina
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Le ultime scosse nel centro Italia hanno riportato l’attenzione sulla faglia Alto Tiberina, posizionata in profondità e caratterizzata da un basso angolo d’immersione. Si tratta di una faglia (ovvero una frattura della crosta terrestre, accompagnata da spostamento di una delle parti lungo un piano) che per le sue dimensioni (60 per 30 km di estensione) potrebbe generare secondo gli esperti un forte terremoto fino a magnitudo 7. È particolarmente studiata e tenuta sotto controllo per diversi fattori che la rendono un mistero: assenza sino ad oggi di un evento di tali dimensioni nei cataloghi di sismicità storica italiana; la particolare geometria con basso angolo d’immersione (inferiore ai 30°) che ne fa una struttura geologica sfavorevolmente orientata per la riattivazione rispetto al campo di sforzi regionale; infine i continui piccoli terremoti con occasionali eventi di moderata grandezza (fino alla magnitudo 5.6 registrata nel terremoto di Gubbio del 1984). In questo senso la faglia dell’Alta Valle del Tevere viene considerata una sorta di laboratorio naturale per studiare le modalità con cui le faglie indirizzano il movimento.

Faglia Alto Tiberina misteriosa

«Al momento non sappiamo se ora si sia attivata direttamente la faglia Alto Tiberina o un altro segmento che termina su di essa – ha spiegato Claudio Chiarabba, direttore del dipartimento terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – le scosse registrate nei pressi di Umbertide sono abbastanza superficiali e avvengono in una zona lungo la quale sono stati installati una serie di strumenti (sismici, geodetici e geochimici) per studiare a fondo le caratteristiche e l’eventuale capacità di generare terremoti, in teoria difficile per la sua geometria a basso angolo. Si tratta di faglie con angolo differente da quelle standard, che hanno angoli di 50-60 gradi e accomodano l’estensione tipica dell’Appennino (che ha una velocità di 2-3 millimetri l’anno). Gli eventi sismici più recenti sono avvenuti in un piccolo volume vicino all’emersione in superficie di tale faglia».

Il sistema di monitoraggio dell’Ingv.

Sotto monitoraggio costante

In zona è attivo l’osservatorio geofisico Taboo dell’Ingv, a carattere multidisciplinare, progettato per lo studio dei processi di deformazione attivi lungo un sistema di faglie estensionali dell’Appennino Settentrionale e per l’identificazione dei processi di preparazione dei terremoti. La raccolta di dati ad alta risoluzione provenienti da diverse discipline è lo strumento principale per la descrizione e la modellazione dei processi chimico-fisici che a differenti scale controllano il processo di “fagliazione” e verosimilmente – secondo gli esperti – di genesi dei terremoti. Per queste ragioni sin dal 2010, l’Ingv ha investito consistenti risorse finanziare e umane nella creazione di questa infrastruttura di ricerca che attraverso un monitoraggio permanente, di dettaglio e multi-parametrico di un sistema di faglie attive, può consentire di affrontare aspetti fondamentali della tettonica e della fisica della sorgente sismica.

10 Marzo 2023
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