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1:32 pm, 8 Dicembre 22 calendario

Mancata riscossione Iva, Italia record nella Ue: 26 miliardi

Di: Redazione Metronews
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L’Italia ha il record in Ue, in termini assoluti, per la mancata riscossione dell’Iva. Nel 2020 il divario – tra l’imposta dovuta e quella incassata – è stato di 26 miliardi di euro. Seguono Francia con 14 miliardi e Germania con 11 miliardi. Anche in termini percentuali il record, tra le grandi, è sempre dell’Italia (20,8%). Preceduta però in questo caso da Malta (24,1%) e Romania (35,7%).

La mancata riscossione Iva

Il divario complessivo dell’Iva nell’Ue nel 2020 è stato stimato a 93 miliardi di euro, pari al 9,1% del totale delle entrate Iva previste, con un calo di circa 30 miliardi di euro rispetto alle cifre riviste del 2019. Il calo può essere spiegato da un aumento degli adempimenti Iva dovuto in gran parte all’effetto delle misure di sostegno del governo introdotte in risposta alla pandemia di Covid.
«Tuttavia, il gap dell’Iva rimane chiaramente un problema urgente, in un momento in cui i governi hanno bisogno di entrate sostenibili per aiutare a superare l’incertezza economica attuale. E’ quindi necessaria un’azione urgente per mitigare queste perdite, soprattutto perchè le stime suggeriscono che circa un quarto del divario dell’Iva può essere direttamente attribuito al reato di frode dell’imposta», spiega la Commissione europea.
La pandemia ha portato 19 dei 27 Stati membri a registrare un calo delle entrate Iva a causa della diminuzione del consumo complessivo durante le varie fasi dei lockdown. Le entrate a livello dell’Ue sono diminuite di circa 69 miliardi di euro, pari a circa il 7% delle passività fiscali totali dell’Iva.
La perdita di entrate è anche una conseguenza diretta delle riduzioni temporanee dell’onere Iva per mitigare l’impatto economico della pandemia.

Gentiloni

«La decisione adottata oggi riguarda la fatturazione elettronica nelle operazioni transfrontaliere che fin qui è stata effettuata con metodi non in tempo reale e, quindi, difficilmente in grado di prevenire l’evasione dell’Iva. Naturalmente la fatturazione elettronica è un processo in corso, in avanzamento in diversi singoli Paesi tra cui l’Italia, dove è stata introdotta e diffusa in diversi settori nel corso degli ultimi 10 anni. Bisognerà, ovviamente, da qui al 2028, lavorare per armonizzare i sistemi interni a questo sistema di fatturazione elettronica transfrontaliero, ma certamente bisognerà continuare nella direzione di incoraggiare, incrementare e far funzionare al meglio la fatturazione elettronica anche nei singoli Paesi». Lo ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in conferenza stampa. «Le differenze in questo gap dell’Iva sono notevoli. Se ci riferiamo all’ultima misurazione, che riguarda un anno speciale, il 2020, perchè l’evasione è stata più limitata del solito, e cioè di 93 miliardi, pari al 9% dei ricavi previsti dell’Iva, in questa media del 9% abbiamo Paesi che hanno il 2% di evasione, come la Svezia, Paesi che stanno al 20% come l’Italia e Paesi che stanno al 35%-36% come la Romania. Per fare tre esempi. Certamente in termini assoluti la maggiore evasione dell’Iva è calcolata con 26 miliardi in Italia, 14 miliardi in Francia e 11 in Germania», ha precisato Gentiloni.

A livello Ue occorre “agire”, perché “dobbiamo ridurre la frode fiscale e l’evasione fiscale. Oggi abbiamo pubblicato nuovi dati sul divario dell’Iva che mostrano che gli Stati membri nel 2020 hanno perso 93 miliardi di euro di entrate Iva, un quarto dei quali può essere prudentemente attribuito alla frode”. “La natura del commercio di cripto-asset – continua Gentiloni – rende anche quel mercato particolarmente suscettibile all’evasione fiscale e all’elusione”. Inoltre, aggiunge, “la rapida digitalizzazione delle nostre economie pone sfide ai nostri sistemi fiscali, ad esempio come trattare i nuovi modelli di business come l’economia delle piattaforme e le nuove transazioni digitali, in particolare nel mercato delle criptovalute”.

 

8 Dicembre 2022
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