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4:40 pm, 16 Novembre 22 calendario
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Per chi nasce al Sud 4 anni in meno di aspettativa di vita

Di: Redazione Metronews
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«In Italia la speranza di vita alla nascita nel 2021 si attesta a 82,4 anni, ci sono 3,7 anni di differenza tra l’aspettativa di vita di chi nasce a Caltanissetta (80,2) e di chi nasce a Firenze (83,9). L’ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile evidenzia una differenza anche maggiore rispetto all’aspettativa di vita in buona salute: ci sono oltre 12 anni di differenza per esempio tra chi nasce nella provincia di Bolzano (67,2 anni) e chi nasce in Calabria (54,4 anni)». Questo l’allarme lanciato dall’Atlante dell’infanzia a rischio «Come stai?» di Save The Children, presentato questa mattina a Roma, che quest’anno dedica un focus particolare al benessere psicofisico di bambini e adolescenti. «Tra le bambine la forbice è ancora più ampia, 15 anni in meno in Calabria rispetto al Trentino. Prima della pandemia, secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di mortalità infantile (entro il primo anno di vita) era di 1,45 decessi ogni 1000 nati vivi in Toscana, ma era più che doppio in Sicilia (3,34) e triplo in Calabria (4,42), con ben il 38% dei casi di decesso relativi a bambini con mamme di origine straniera. – si legge ancora nel report – Un bambino del Mezzogiorno che si ammalava nel 2019 aveva una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a un bambino del Centro o del Nord Italia. Non è solo il sistema sanitario ad influenzare la salute dei bambini, sulla quale gravano tutti i determinanti sociali legati al contesto territoriale in cui si cresce, alle condizioni economiche, al livello di istruzione, all’ambiente, alle reti sociali e dei servizi».

Mancano 1.400 pediatri

«La rete sanitaria territoriale è insufficiente: mancano all’appello almeno 1.400 pediatri, è crollato il numero dei consultori familiari, scarseggiano centri diurni e servizi residenziali per gli adolescenti con disagio mentale. E solo il 12% della spesa pubblica per la salute è impegnato nella prevenzione e nella medicina di base, che hanno un impatto fondamentale sul benessere dei bambini nel medio e lungo periodo. – si legge ancora – Il nostro servizio sanitario è riconosciuto come uno dei migliori al mondo, ma dobbiamo prendercene cura contrastando le disuguaglianze. E’ necessario affrontare i disagi adolescenziali emersi con forza durante la pandemia e non lasciare indietro i più vulnerabili, come i minori con malattie croniche, i minori migranti e quelli che vivono in povertà»

16 Novembre 2022
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