Marche
1:14 pm, 17 Settembre 22 calendario
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Marche: salgono a 11 le vittime dell’alluvione

Di: Redazione Metronews
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Sono salite a 11 le vittime dell’alluvione che giovedì notte ha colpito il comprensorio di Senigallia nelle Marche. I Vigili del fuoco questa mattina hanno recuperano il corpo di un uomo – non ancora identificato – a Serra de Conti, in provincia di Ancona. Intanto continuano le ricerche delle tre persone ancora disperse dopo l’alluvione, tra le quali anche un bambino di 8 anni  trascinato via dalle braccia della mamma dalla furia del fiume Nevola, nella zona di Barbara. Gli interventi fino a ora effettuati dai Vigili del fuoco sono oltre 400  tra le provincie di Ancona e Pesaro-Urbino, con 300 uomini impegnati. A Serra Sant’Abbondio 5 persone sono state tratte in salvo da un elicottero, mentre altre due sono state soccorse sul monte Catria. Sulla Sp43 è crollato un ponte pedonale.

Intanto da questa mattina è ricominciata la pioggia su Senigallia, tanto che il sindaco ha invitato la popolazione a “salire ai piani alti e non uscire”. Ha inoltre comunicato che “tutte le attività commerciali dell’area alluvionata devono chiudere e consentire riparo ai piani alti. Secondo le previsioni il maltempo continuerà per tutta la giornata, ma la situazione meteorologica sta rapidamente cambiando a causa di un fronte di aria fredda proveniente dalla Svezia, con forti venti destinati spazzare via il caldo anomalo ea spingere in basso le temperature nel Centro-Nord. In mattinata Abi ha annunciato la sospensione dei mutui per tutte le aree marchigiani colpite dall’alluvione.

Le polemiche

Intanto infuriano le polemiche sui mancati allarmi e sull’emergenza ambientale. «Quel che è successo non è stato un straordinario evento. E la sfortuna non c’entra. Questo è un disastro annunciato», ha denunciato Piero Farabollini, presidente dei geologi marchigiani, ex commissario per il terremoto nelle Marche, parlando dell’alluvione e ricordando quanto era accaduto nel 2014 a Senigallia. Dopo quell’alluvione sarebbe stato fatto poco: «Ad aprile di quest’anno l’assessore regionale Aguzzi dava l’annuncio dell’ok alla progettazione delle vasche di laminazione e di espansione a monte del fiume Misa – sottolinea -. Non è accettabile. Bisogna mettersi in testa che il cambiamento climatico è un dato di fatto e ormai che certi fenomeni non possono essere più considerati eccezionali, ma la normalità. Succedono e continueranno ad accadere».

Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Renzi, che ha ricordato che dopo l’alluvione del 2014 il governo aveva stanziato i fondi per la messa in sicurezza del fiume Misa, «soldi mai spesi», per il senatore. «Quando c’era stata l’alluvione, stanziammo 45 milioni e il fatto che ci sia stata la chiusura dell’Unità di missione ha allungato i tempi del progetto», ha aggiunto Renzi, «I soldi li abbiamo messi nel 2014, ma il progetto è stato fatto nel 2020, troppo tardi, perché così il cantiere apre nel 2023».

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17 Settembre 2022
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