Occupazione
5:52 pm, 16 Dicembre 21 calendario

Rapporti di lavoro in crescita nel 2021

Di: Osvaldo Baldacci
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Il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro, dopo gli andamenti negativi registrati nei mesi più acuti della pandemia nella primavera del 2020 e nell’autunno-inverno 2020-2021, a marzo ha segnalato un continuo recupero. A giugno 2021 si sono registrate 694.000 posizioni di lavoro in più rispetto al giugno 2020; nei mesi successivi tale crescita si è assestata e a settembre risulta pari a +557.000, con un saldo positivo in tutte le tipologie contrattuali. In particolare per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 173.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 384.000 unità, con un ruolo rilevante sia dei rapporti a termine che dei rapporti in somministrazione. Lo comunica l’Inps nel suo aggiornamento dell’Osservatorio sul precariato.

I dati sui rapporti di lavoro

Nei primi nove mesi del 2021 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 5.265.000, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 del 19%, dovuto alla marcata crescita osservata a partire da marzo 2021. Le cessazioni fino a settembre 2021 sono state in complesso 4.452.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+7%).
Confrontando la situazione a settembre 2021 con settembre 2019 registriamo un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+366.000: si sommano risultati positivi sia per la prima che la seconda annualità considerata); anche per l’insieme delle altre tipologie contrattuali a livello biennale il saldo risulta marcatamente positivo (+179.000) con il pieno recupero della perdita che era stata registrata tra settembre 2020 e settembre 2019 (-205.000).

I settori delle assunzioni

Le assunzioni – sottolinea l’Inps -interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuata per le assunzioni con contratti di somministrazione (+32%) e stagionali (+31%) mentre per le altre tipologie si registrano aumenti più contenuti: apprendisti (+22%), tempo determinato (+18%), intermittenti (+14%) e tempo indeterminato (+8%).
Per quanto riguarda le classi dimensionali, le aziende con 100 e oltre dipendenti hanno fatto registrare, nel terzo trimestre 2021, gli incrementi (rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente) più significativi generalizzati a tutte le tipologie contrattuali.
Per quanto riguarda le tipologie orarie l’incremento, confrontando sempre terzo trimestre 2021 con terzo trimestre 2020, ha interessato essenzialmente le prestazioni a tempo pieno.
Le trasformazioni da tempo determinato nei primi nove mesi del 2021 sono risultate 339.000, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2020 (-11%); dal secondo trimestre 2021 si registrano comunque variazioni sempre positive. Nello stesso periodo le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano essere aumentate del +20%.

Cessazioni dei rapporti di lavoro

Per quanto riguarda le cessazioni, in flessione quelle dei contratti intermittenti (-10%), pressoché stabili le cessazioni di contratti a tempo determinato (-1%), in aumento tutte le altre tipologie, contratti in somministrazione (+22%), contratti in apprendistato (+19%), contratti a tempo indeterminato (+13%) e contratti stagionali (+11%).
L’Inps osserva che nel mese di luglio 2021 nell’industria (escluso Tac) il numero di licenziamenti registrati si è significativamente avvicinato al livello del 2019 (da un rapporto continuo, per i mesi precedenti, attorno al 20-30% si è saliti all’80%) ma non l’ha comunque raggiunto e nei successivi mesi di agosto e settembre non si è affatto verificato un ulteriore avvicinamento.

 

16 Dicembre 2021
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