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4:07 pm, 12 Dicembre 21 calendario

Dopo l’esplosione della palazzina una scena da terremoto

Di: Redazione Metronews
Dopo l'esplosione della palazzina
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Dopo l’esplosione della palazzina nell’agrigentino una scena da terremoto. Proseguiranno tutta la notte le operazioni di ricerca tra le macerie da parte dei vigili del fuoco dei sei dispersi (fra i quali una donna incinta) nell’esplosione avvenuta sabato in un edificio di quattro piani a Ravanusa, con il danneggiamento di una quarantina di edifici intorno. Al momento sono stati estratti i corpi di tre vittime: due donne e un uomo. Ancora da accertare le cause dello scoppio, si ipotizza una fuga di gas ma Italgas ha precisato che non erano state riferite perdite nell’ultima settimana e la rete di distribuzione di Ravanusa «è stata ispezionata interamente sia nel 2020 che nel 2021». «La scena che si è presentata ai soccorritori è stata quella di un post terremoto. Un sisma del massimo grado della scala Mercalli che non ha lasciato scampo. Un’esplosione sotterranea ha ingoiato sette palazzi, che sono stati completamente rasi al suolo». A raccontarlo è il colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, che sabato sera è giunto tra i primi a Ravanusa.

Dopo l’esplosione della palazzina

«La macchina dei soccorsi si è attivata immediatamente – spiega ancora Stingo – sul posto i vigili del fuoco, i carabinieri con i rinforzi arrivati da Licata e i volontari della Protezione civile e della Croce Rossa. Lo scenario che si è presentato davanti ai nostri occhi era drammatico. Al di là dell’esplosione, violentissima, si era sviluppato un vasto incendio difficile da domare a causa del metano che continuava a fuoriuscire. Grazie alle attrezzature in dotazione ai vigili del fuoco si è riusciti a intervenire subito e a estrarre la prima persona viva. Questa immensa gioia, però, è stata subito dopo vanificata dall’estrazione dei primi corpi senza vita». Nelle prime fasi le ricerche sono state facilitate dalle voci. «Le sentivamo provenire da sotto le macerie. Una volta chiuso il gas è stato possibile scavare togliendo pietra per pietra e salvare i primi superstiti». Sul posto anche i cani molecolari, il cui intervento è reso difficoltoso dall’odore «acre che si avverte in tutta l’area». Una zona vasta, quella coinvolta dall’esplosione e dai crolli, in pieno centro. «Non tutti gli appartamenti in quel momento erano abitati – prosegue il comandante dei carabinieri di Agrigento – e qualcuno potrebbe essere dentro una “cellula” che lo ha protetto. La speranza di trovare ancora qualcuno in vita non ci abbandona. Non molliamo. Continuiamo a scavare». Sul posto sono circa un centinaio i vigili del fuoco impegnati con oltre 30 mezzi e altrettanti i carabinieri arrivati da tutta la Sicilia.

12 Dicembre 2021
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