Voto di scambio
1:39 pm, 9 Dicembre 21 calendario

Cinquanta euro per un voto, corruzione elettorale in Puglia

Di: Osvaldo Baldacci
condividi

Cinquanta euro per un voto. Smantellato dai Carabinieri in Puglia un sistema consolidato di corruzione elettorale. Oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari sono stati impegnati in decine di perquisizioni domiciliari, su mandato della Procura della Repubblica, all’esito di un’indagine che ha consentito di disvelare lo scellerato accordo posto in essere, in occasione delle consultazioni elettorali recentemente tenutesi nella provincia di Bari, per indirizzare il voto di numerosi elettori, in cambio di denaro. Tra le persone sottoposte a perquisizione domiciliare, il sindaco neo eletto di un paese del Barese, due consiglieri comunali più l’uomo ritenuto dagli inquirenti deus ex machina del collaudato sistema per “comprare voti”, realizzato in occasione delle ultime elezioni.

Le indagini

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione di P.G. di Bari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, sono iniziate allorquando i Pubblici Ministeri sono venuti a conoscenza dell’esistenza di un meccanismo, che sarebbe stato architettato e realizzato nelle ultime campagne elettorali dal “creatore” di un movimento politico civico in modo da canalizzare il voto, previo pagamento di denaro, di diversi elettori a favore dei candidati sostenuti. Il movimento politico era stato già al centro di una precedente indagine, chiusa nel febbraio scorso, che aveva coinvolto 50 persone per corruzione elettorale a seguito dell’elezioni amministrative del 2019, allorquando fu eletto al I Municipio di Bari, candidatosi con la stessa lista, un uomo vicino ad alcune personalità politiche regionali – non indagate.

Cinquanta euro per un voto, le prove

L’attività investigativa entrava nel vivo con l’approssimarsi delle elezioni amministrative tenutesi in cinque comuni dell’area metropolitana di Bari, tra il 3 e il 4 ottobre 2021. Le indagini hanno permesso di documentare come si fosse attivata una rete di “gregari” per individuare e contattare cittadini disposti a tributare il loro voto al candidato sostenuto in cambio di € 50,00 pro-voto.
Preziosissimo è stato quanto rinvenuto dai Carabinieri la sera del 6 ottobre in un cassone stradale di raccolta indifferenziata, collocato in un piazzale buio ed isolato a San Giorgio, laddove i fidati collaboratori della mente dell’operazione si erano fugacemente e clandestinamente proposti di disfarsi, come puntualmente riscontrato, di materiale ritenuto “scomodo” perché riveniente dalle attività legate all’appena conclusa campagna elettorale, quali frammenti di fotocopie relative a documenti d’identità e codici fiscali di cittadini triggianesi, manoscritti parimenti riportanti il nome di persone e i loro recapiti, documentazione personale di personaggi di quell’ambito politico, un consistente numero di cartelloni, fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale inerente alle consultazioni amministrative appena svoltesi.

9 Dicembre 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA