la crisi di governo
8:29 pm, 11 Febbraio 21 calendario

Per il Governo Draghi il giorno della squadra

Di: Redazione Metronews
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ROMA Ultime ore di gran lavorio sotto traccia per il premier incaricato Mario Draghi, che in silenzio ha messo mano alla squadra del suo Governo. La convinzione delle forze politiche (o forse l’auspicio) è che si farà sentire con i leader solo poco prima di salire al Quirinale, prima cioè di sciogliere la riserva (cosa che potrebbe accadere già oggi). L’ex presidente della Bce – in linea con le indicazioni date dal Colle – ha pensato bene di comporre prima il “puzzle” della squadra tecnica, ovvero dei profili migliori che potrebbero essere scelti per i dicasteri chiave. E poi magari allargare il giro per le altre caselle.
Mix di tecnici e politici
L’esecutivo dovrebbe essere infatti un mix di tecnici e di politici. Ma nei partiti c’è ancora il timore di essere commissariati. Anche se a Draghi si accredita una semplice battuta: «Se non volessi i politici avrei fatto due giri di consultazioni?». In molti premono comunque per entrare nel governo che gestirà i miliardi in arrivo dall’Unione europea. Per il M5S i nomi in ballo sono quelli di Di Maio e Patuanelli, per FI ancora si fa il nome di Tajani, per Iv quello di Bellanova. Nel Pd a contendersi un ministero sarebbero Orlando, Franceschini e Guerini. Ieri i dem hanno sciolto il dilemma così: il Pd non farà nomi secchi. Zingaretti nei giorni scorsi non ha escluso di poter essere della partita, ma la sua apertura va letta più in ottica anti-Lega. Ma anche Salvini potrebbe entrare in squadra, direttamente o rappresentato da Bongiorno o Stefani. 
Rousseau ha detto sì
Intanto ieri sera il M5S ha rotto gli indugi e 44.167 iscritti – pari al 59,3 per cento dei 74.537 votanti sulla piattaforma online Rousseau – hanno detto sì all’appoggio al nuovo esecutivo guidato da Draghi. «I nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese ha commentato a caldo Luigi Di Maio – in uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il M5S sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi». Ma pesa quel 40,7% di contrari, nonostante i “big” scesi in pista nei giorni scorsi – a partire da Grillo – per convincere della bontà dell’operazione. Una fetta del M5S che ora potrebbe prendere con maggiore risolutezza la via della scissione interna. «Soddisfatti, bella notizia per andare avanti insieme – è stato il commento del Pd – è la conferma della grande importanza del lavoro unitario svolto dal Pd e che aiuterà Draghi a fare il governo».
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11 Febbraio 2021
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