Pedopornografia
12:35 pm, 22 Luglio 20 calendario

Pedopornografia in rete, sgominata banda in 12 regioni

Di: Redazione Metronews
condividi

BARI Dodici regioni coinvolte. Immagini e video pedopornografici realizzati anche da adolescenti e venduti con tanto di listino prezzi al seguito. Il tutto, gestito da un ragazzo minorenne. L’operazione Pay to see è scaturita dalle segnalzioni dei genitori di una quattordicenne insospettiti dal frenetico utilizzo di alcuni social network da parte della figlia. La polizia postale è riuscita così a sgominare una rete di pedofili diffusa in 12 regioni e 17 province. 
Oltre 100 investigatori del Centro nazionale di Protezione dei Minori di Roma,  Bari e Foggia hanno eseguito perquisizioni personali, informatiche e sequestri. L’indagine, spiega una nota,  ha fatto venire alla luce un vero e proprio sistema consolidato di vendita online di immagini e video pedopornografici e pornografici autoprodotti da adolescenti e maggiorenni ed inviati in cambio di pagamenti su conti online.
Gli accordi avvenivano attraverso chat private sulla scorta di un listino prezzi pubblicato online che prevedeva oltre all’invio di immagini e video già prodotti, anche sex chat e video chat dal vivo. 
I genitori della quattordicenne si sono rivolta agli agenti di Foggia che hanno eseguito accertamenti sul cellulare della figlia e hanno scoperto una chat su una nota piattaforma social al cui interno c’era il listino prezzi per prestazioni di carattere sessuale on line, con tariffe differenziate a seconda delle richieste.
Scioccanti alcune delle diciture trovate: “Videochiamata 45 min. omaggio 10 foto 1 video e 3 dediche = 40”; “Videochiamata 1 ora e mezza (se si vuole anche in vari orari) = 50”; “Sexchat 45 minuti in cui faccio da schiava = 30”; “10 foto dei piedini. Omaggio audio in cui dico porcate =10”; “10 foto a scelta + video masturbazione. Omaggio audio in cui dico porcate = 20”.
L’attività degli agenti ha permesso di identificare gli utenti che avevano pagato per le prestazioni richieste: i pagamenti tracciati sono stati la prova che ha portato l’Autorità giudiziaria ad emettere 21 decreti. 
Tra le figure perquisite nell’ambito dell’indagine della polizia Postale, anche un amico della quattordicenne da cui è partita l’indagine. Il giovane, minorenne anche lui, è considerato a tutti gli effetti l’ideatore del business.
In base a quanto ricostruito dagli agenti della postale, utilizzando l’account della ragazza, in cambio di piccole somme di denaro, si sostituiva a lei chattando con diversi utenti, a cui prometteva l’invio di materiale a sfondo sessuale.
Per le immagini o i messaggi inviati, poi si faceva pagare corrispettivi in denaro, differenziati per tariffe.
Le perquisizioni eseguite hanno consentito di sequestrare un grande numero di dispositivi che contenevano materiale pedopornografico. Un centinaio di agenti hanno eseguito i decreti di perquisizione e sequestro nelle province di Bari, Foggia, Roma, Monza Brianza, Varese, Cremona, Siena, Agrigento, Palermo, Bologna, Fermo, Ascoli Piceno, Treviso, Chieti, Savona, Imperia e Torino.
Dall’attività svolta è emerso un quadro preoccupante sul crescente utilizzo distorto dello strumento informatico da parte di soggetti sempre più giovani, inconsapevoli della portata delle azioni compiute.
Sono tuttora in corso, da parte degli esperti della polizia Postale, analisi di tutti i supporti sequestrati per acquisire prove informatiche e verificare il coinvolgimento di altri soggetti. Si sta anche cercando di tracciare con chiarezza la diffusione del fenomeno, che potrebbe essere anche più esteso di quanto apparso in questa prima fase di indagine.
METRO

22 Luglio 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo