La paura seconda ondata manda a picco le Borse
I listini europei hanno bruciato 328 miliardi di capitalizzazione, sulla scia dei timori di una seconda ondata di coronavirus e della prudenza della Fed sulla ripresa statunitense. Ad affondare definitivamente le Borse ci ha pensato anche Wall Street che a fine mattinata cede oltre il 4%, registrando il calo più marcato delle ultime 6 settimane. Milano, che paga anche il crollo record del 19,1% segnato dalla produzione industriale a marzo, indossa la maglia nera con il Ftse Mib in ribasso del 4,81%. Dopo il forte rally delle scorse settimane la brusca correzione odierna ha riportato l’indice sotto quota 19.000 punti e ridotto in fumo oltre 26,5 miliardi di capitalizzazione. Pesanti vendite si sono abbattute su Fca dopo le voci di uno slittamento del matrimonio con Psa a causa del maggior tempo richiesto dall’analisi dell’Antitrust europe sulla fusione. Il titolo ha perso il 7,7%.
Petrolio. Male anche il petrolio, stretto tra il pessimismo della Fed e il balzo a sorpresa registrato ieri dalle scorte Usa che hanno fatto tornare i timori di un eccesso di offerta sul mercato. Il Wti perde il 7,47% a 36,64 dollari, mentre il Brent lascia sul terrenoil 6,35% a 39,08 dollari a barile.
Usa. Quello che si teme è una nuova ondata di contagi di Covid-19. I principali indicatori arrivano dal Texas che ieri ha riportato 2.504 nuovi casi, il bilancio quotidiano più alto da quando è emersa la pandemia; dalla Florida che un mese dopo la riapertura ha registrato 8.553 nuovi casi in una settimana, mai come prima; e dalla California dove i ricoveri sono ai massimi livelli dal 13 maggio e sono aumentati in nove degli ultimi dieci giorni. I sussidi settimanali di disoccupazione negli Usa salgono di 1,5 milioni, portando il totale dei senza lavoro americani a circa 44 milioni dall’inizio dell’emergenza coronavirus. La settimana scorsa le richieste erano salite di 1,87 milioni e i senza lavoro si erano attestati a oltre 42 milioni. Il dato sui sussidi resta preoccupante, ma tende a diminuire ed è inferiore agli oltre 6 milioni raggiunti tra la fine marzo e i primi di aprile.
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