Miguel Angel Zotto: «Il tango mi ha salvato»
ROMA È nato e cresciuto a Buenos Aires ascoltando tango con il nonno e il padre e quel tango gli ha salvato la vita: «Nell’Argentina della dittatura, a 17 anni, sono stato arrestato e torturato: solo con il tango sono riuscito a sopravvivere». Così racconta, e non lo aveva mai fatto prima, Miguel Angel Zotto, vera icona del tango argentino, che ha scelto Roma per presentare il suo nuovo spettacolo “Te siento… Tango”, ospite dell’Accademia Filarmonica e del Teatro Olimpico per il primo appuntamento delle Giornate della Danza e prima della sua tournée.
Dodici quadri che non saranno solo un racconto della sua vita ma una specie di mappa delle emozioni perché lo spettatore torni a casa «convinto che il tango è un ponte per ritrovarsi, per sentirci l’uno per l’altro, una mano invisibile che ci salva dal rumore per offrirci il suono del cuore».
SILVIA DI PAOLA
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