Fabi: «Sono un seduttore non un conquistatore»
MUSICA «Slogan e retorica? No, grazie. Io non urlo, sussurro. E arrivo lentamente, ma arrivo. Sono un seduttore, non un conquistatore». Così Niccolò Fabi descrive se stesso e la sua poetica, minimale e a tinte tenui. «Raccontare la cronaca non è nelle mie corde, preferisco uno sguardo più universale», spiega. Un percorso a piccoli passi, che però lo sta portando a risultati importanti. Non a caso alcune date del prossimo tour, come quella del 2 dicembre agli Arcimboldi di Milano, sono già esaurite. Per l’occasione Niccolò presenterà il nuovo cd “Tradizione e tradimento”, che oggi “racconterà” alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano (domani Torino, il 15 Roma).
«Volevo allontanarmi dal passato, ma dopo dei tentativi falliti, sono tornato sui miei passi. E ho trovato un equilibrio diverso, con la mia identità al centro. Il titolo si riferisce proprio al dilemma fra certezza e rischio, cosa conservare e cosa lasciare andare». Nelle canzoni, fra calore acustico e un pizzico d’elettronica, si parla di migrazioni, smarrimento, rapporti con gli altri, pubblico e privato. «Il presente mi fa un po’ paura, la società va in una direzione in cui non mi riconosco. Coi miei brani cerco di stimolare le persone verso l’umanità e la sensibilità. E contro il cinismo».
Una buona valvola di sfogo è il calcio: «Sono romanista da sempre, una fede romantica, visto che è un po’ avara di soddisfazioni. Il calcio è divertimento, ti distrae dalla realtà. E, rispetto a noi cantanti, oggi sono i calciatori le vere rockstar».
DIEGO PERUGINI
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