Lui, più maestro degli altri
Alla fine è successo. Andrea Camilleri se n’è andato. In punta di piedi, pacatamente, come nel suo stile. Avrebbe dovuto incantarci ancora una volta alle Terme di Caracalla, solo sul palcoscenico di fronte al suo pubblico, con l’”Autodifesa di Caino”, ma non ce l’ha fatta. Un uomo dalla carriera eccezionale, di cui sappiamo tanto: regista, sceneggiatore e finalmente, scoperto dalla indimenticabile Elvira Sellerio, scrittore di libri di successo e papà del commissario Montalbano. Non sono certamente in grado di aggiungere granché. Voglio solo dire che oggi mi sento come se avessi perso un amico o un parente. Anzi qualcosa di più, un Maestro. È normale dare del “Maestro” ai grandi scrittori; ma Camilleri lo era molto più di altri, perché pure Maestro di Vita. Un uomo di grandissima saggezza e allo stesso tempo, e soprattutto, una delle rare persone che decidono di mettere al centro della propria esistenza il rispetto per il prossimo. E riescono a mantenercelo per sempre: pure dopo, e nonostante, il successo.
Ero alle primissime armi quando riuscii a fargli avere un mio raccontino. Glielo consegnai, vergognandomi come un ladro, alla fine di una sua presentazione. Dopo qualche settimana mi arrivò una lettera a sua firma, che conservo, in cui mi diceva che ormai ci vedeva molto poco, e si scusava per non averlo potuto leggere. Seppi che stava veramente perdendo la vista; ma avrebbe potuto semplicemente evitare di rispondermi, o mandarmi una letterina copia-incolla. Chissà quanti Carlo Barbieri gli rompevano le scatole con i loro scritti. Ma lui rispondeva a tutti. Ecco, Camilleri sarà sempre ricordato per le grandi cose che ha fatto nella lunga vita professionale; ma io, e tanti altri come me, lo ricorderemo anche per la sua umanità. Ciao, Andrea. Ci mancherai.
CARLO BARBIERI
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