Il metrò, lo starnuto e la paura frutto della ragione
Salgo al capolinea e mi siedo il più lontano possibile dagli altri. I nuovi arrivati calcolano le distanze e fanno lo stesso. Un giornale si abbassa lentamente e compare il viso del “prof. Aristogitone”. Ci guarda tutti con un sopracciglio inarcato. Appena il treno si muove, una donna col naso rosso alza la testa e si prepara a starnutire. – Eee…
Tutti si mettono in salvo e la signora non riesce a concludere.– So’ allergica. Ve siete messi paura?
– La paura è una cosa santa, signora.
– In che senzo? – chiede combattiva NasoRosso
– La paura ce l’ha data Dio.– Senza la paura, attraverseremmo la strada senza guardare, ci butteremmo in acqua senza sapere nuotare, e così via.
– E ner caso der virus, presso’? – chiede uno con giubbotto blu e sciarpa.
– Anche in questo caso la paura è importantissima. Sapete che ha fatto fare a me? Mi sono immaginato di essere le mie mani. E mi sono reso conto di quante persone toccano lo stesso bottone dell’ascensore che premo io, lo stesso carrello della spesa, la stessa maniglia… – fa il prof.
– Nun sarà un poco esaggerato? – chiede GiubbottoBlu.
– L’esagerazione è il panico, non la paura. La paura è frutto della ragione.
– E quindi che famo? – chiede NasoRosso.
– Ci cominciamo a lavare le mani quando torniamo a casa, evitiamo di toccarci bocca, naso eccetera. Insomma facciamo quello che ci stanno dicendo prendendo tutto sul serio. Senza panico, e aspettiamo che “passi ‘a nuttata”. Eduardo De Filippo, “Napoli milionaria”. Il giornale si alza, la lezione è finita.
CARLO BARBIERI
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