Maurizio Guandalini
5:57 am, 6 Giugno 19 calendario

L’Italia non è la Grecia Ma un problema c’è

Di: Redazione Metronews
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L’Italia è come Plutone, un pianeta in fuga dall’Europa. Se la metafora di Goldman Sachs, la banca d’affari più potente al mondo, fosse vera, cosa cambia per noi? Bruxelles fa il suo sporco lavoro fino agli ultimi giorni. E ricorda che ci sono delle regole dello stare insieme. In uso fino a prova contraria. E vanno rispettate. Roma se ne frega del suo debito e non va bene. I mercati, quelli che te la fanno pagare, si incavolano. Di brutto. Per il nostro carnaval sprecone. I 40 miliardi di euro spesi, annualmente, di interessi sul debito, sono la cifra destinata alla scuola. Una follia del gambero. Ammazza futuro. L’ideogramma di una rapina, di una persona nota e rispettabile,  senza passamontagna, di fronte alle telecamere. Perché lo fa? Cosa deve dimostrare?  In colonia, l’istruttrice mi aveva dato il compito di controllare un amico, di famiglia facoltosa,  che entrava nei negozietti al mare per rubare pistole ad acqua. Me la faceva vedere e io gli ordinavo di riportala indietro. Ha evitato la gattabuia e oggi è un ‘brav umett’.
L’Italia non è la Grecia. Le uscite da tragedia ateniese sono fuori luogo. L’avanzo commerciale, al netto delle risorse energetiche, nel 2018 è 89 miliardi. La ricchezza privata, al netto dei debiti, è 9.743 miliardi. A fianco c’è lo Stato. La politica. Che fa debiti consapevole di farli. Non è il massimo. Solo perché quelli venuti prima li hanno fatti anche loro. Il problema è che sul debito gli interessi sono in crescita. E chi ci presta i denari ha qualche dubbio che siamo in grado di ripagarli. Fin qui la cronaca. Quasi leggenda. Perché procedure di infrazione a parte, il bisunto servizio del debito lo fa la Banca Centrale. Il quantitative easing. Si dice che arriva la Troika. Ma l’Europa ha dimostrato di non avere ricette valide per sistemare i default dei paesi. Chiedere agli amici del partenone quanto ha fruttato la cedola lacrime e sangue. E, via Draghi, il probabile successore, il cattivone tedesco Weidmann, si è convinto che per fronteggiare i mercati serve allentare.
MAURIZIO GUANDALINI

6 Giugno 2019
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