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3:45 pm, 30 Aprile 19 calendario

Guaidò chiama i militari Il Venezuela nel caos

Di: Redazione Metronews
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A Caracas è il caos e il Venezuela è sull’orlo della guerra civile. L’autoproclamato presidente ad interim riconosciuto da una cinquantina di paesi, Juan Guaidò, ha lanciato un appello ad una rivolta militare in un video che lo mostra in una base aerea a Caracas, circondato da soldati armati. Il governo del presidente Nicolas Maduro ha denunciato un “tentativo di golpe in corso”, ma, ha assicurato, “lo stiamo sventando”. Le prossime ore saranno decisive per capire con chi si schiereranno i vertici militari, il sostegno dei quali è al momento rivendicato da entrambe le parti in conflitto. Si sono uditi spari isolati e sono stati lanciati lacrimogeni contro i manifestanti che si erano radunati nella zona della base La Carlota, dalla quale Guaidò ha invocato la rivolta. Ci sono notizie di almeno un ferito ma non di confronto diretto. Guaidò era accompagnato da Leopoldo Lopez, l’oppositore venezuelano che poche ore prima era stato rilasciato a Caracas, dove scontava 14 anni di carcere ai domiciliari. Lopez e’ stato liberato dai militari agli ordini dell’autoproclamato presidente.     “La famiglia militare di un tempo si è fatta da parte per la definitiva cessazione dell’usurpazione” del presidente Maduro, ha scandito Guidò. “Il Primo maggio è cominciato oggi,  cominciata la fase finale della fine dell’usurpazione”, ha scandito il leader dell’opposizione, esortando tutti i venezuelani a tornare in strada per chiedere che Maduro lasci il potere. “Il momento è adesso, mobilitiamoci tutti, è ora di riconquistare la democrazia e la libertà. Le Forze armate sono chiaramente schierate dalla parte del popolo, dal lato della Costituzione”, “oggi come presidente del Venezuela, come legittimo comandante in capo delle Forse armate, convoco tutti i soldati per accompagnarci in questa impresa, come abbiamo sempre fatto, nel quadro della Costituzione e della lotta non violenta”.
Generale ex fedele di Chavez. L’uomo al comando della ribellione militare contro Nicolas Maduro è il generale di divisione José Adelino Ornella Ferreira, a suo tempo fedelissimo di Hugo Chavez fin dai tempi del tentativo di golpe messo a punto da quest’ultimo nel 1992.     Ornella Ferreira, oggi alla guida dell’Operazione Liberta’ in appoggio al presidente autoproclamato Juan Guaido’, e’ capo di Stato maggiore congiunto del Comando strategico operativo delle forze armate venezuelane. La sua carriera militare, riferisce El nacional.com, e’ stata costruita tutta all’interno del chavismo, e, secondo alcune voci raccolte dal quotidiano, fu al capezzale di Chavez fino alla morte di quest’ultimo. A parlare del suo ruolo cruciale nella rivolta militare contro Maduro e’ stato, tra gli altri, il parlamentare Antonio Mendoza.     Nel web, inoltre, gira una sorta di comunicato (privo di conferme ufficiali relativamente alla fonte) in cui il generale afferma che gli eventi in corso non costituiscono un golpe. “Siamo militari fedeli alla Costituzione – si legge – e riconosciamo l’ing Juan Guaido’ quale presidente del Venezuela”.
Maduro.    Il governo parla di “piccolo gruppo di soldati traditori” che si sono posizionati “nella zona di Altamira per promuovere un colpo di stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica”. “A questo tentativo – ha spiegato il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, si e’ unita la destra estrema golpista e assassina”. Il potente presidente dell’Assemblea costituente venezuelana, Diosdado Cabello, ha chiamato i sostenitori chavisti a raccolta nel palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha assicurato che la situazione e’ sotto controllo e che la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (Fanb), l’istituzione militare al servizio della Difesa “resta ferma nella difesa della Costituzione”.     Gli Stati Uniti hanno esortato la Fanb a stare al fianco dell’Assemblea nazionale e delle istituzioni legittime contro l’usurpazione della democrazia. “Siamo con il popolo del Venezuela”, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton. La Spagna invece ha chiarito che non appoggia il golpe e ha chiesto elezioni al più presto. 

30 Aprile 2019
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