Simone Cristicchi Sanremo69
6:05 am, 25 Gennaio 19 calendario

«Ritorno a Sanremo col mio manuale della felicità»

Di: Redazione Metronews
condividi

FESTIVAL Irriverente e ironico, intimo e poetico, capace di cantare e raccontare i disagi sociali con un tocco sempre raffinato e unico. Simone Cristicchi (cantante, attore, scrittore romano) si prepara ad affrontare un nuovo Sanremo.
A 6 anni dall’ultima volta e a 12 dalla vittoria (Ti regalerò una rosa), rieccolo in gara al 69° Festival con “Abbi cura di me”. Perché tornare all’Ariston?
Non vado per mettermi alla prova, ma per cantare una bella canzone. È una preghiera laica, una preghiera d’amore universale: esiste anche un salmo con le stesse parole.
Come nasce “Abbi cura di me”?
Dal lungo lavoro di ricerca fatto per il mio nuovo documentario “Happy Next-alla ricerca della felicità” che si pone la domanda: come possiamo essere felici? Qual è il senso del dolore? Nel brano confluiscono le rilessioni e le strofe sono aforismi.
Sa di essere tra i favoriti al podio della kermesse?
No, e non ho indagato neppure sui meccanismi del Festival. Vado con grande serenità e per me è un regalo esserci.
E l’8 febbraio uscirà la sua prima raccolta di successi, a 14 anni dal fortunato tormentone “Vorrei cantare come Biagio Antonacci”. Un bilancio di quanto fatto sin qui?
È un album postumo (e ride, ndr)! In questi ultimi anni ho fatto molto teatro, ma la musica è sempre stata con me e ora posso ripresentarmi anche ai più giovani che non mi conoscono. Il disco contiene 21 brani scelti anche tra i meno noti.
Da “Fabbricante di canzoni” qual è, cresciuto fra canti e teatro, trova sia molto cambiato il modo di fare musica?
Mi stupisce vedere come i personaggi anche non passando in tv grazie ai social diventano famosi. Si fanno tanti concerti per vedere e sentire artisti live. Se il mondo virtuale ha soppiantato il vecchio modo di fare musica, c’è però anche un ritorno alla dimensione live.
A proposito del suo “Happy next-alla ricerca della felicità”: secondo il Mastroianni di 8 e ½ “la felicità consiste nel poter dire la verità senza far mai soffrire nessuno”, e secondo Cristicchi?
La condivisione del proprio mondo interiorre delle proprie scoperte. L’uomo felice sull’isola deserta è un cretino, un idiota. Io volevo condividere le mie storie e l’ho fatto con i fumetti, col teatro e la musica. Una terapia che mi ha salvato la vita e permette di abbattere muri che spesso ci siamo costruiti da soli.
Ma cos’è davvero la felicità? Lo ha scoperto intervistando tanti vip e gente comune?
Esistono 7 miliardi di tipi diversi di felicità per altrettante persone. Ognuno ha una sua definizione e questo fa emergere l’irripetibilità di ciascuno. Nessun essere è uguale all’altro. Se ci svegliassimo la mattina con questo piccolo pensiero vivremmo tutti meglio. Il docu è un po’ la costruzione di un manuale della felicità.
Dal 2017 Cristicchi è anche direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo. Che notizie da L’Aquila “terremotata”?
«Ho intitolato la stagione aquilana “Fiori tra l’asfalto”, non a caso: mi piace pensare che L’Aquila è simbolo di una città che non si arrende. Facciamo teatro in una sala cinema in un posto dove ci sono ancora macerie. L’Aquila è metafora della resurrezione, di una vita caparbia che vuole continuare, ed è meraviglioso vedere i giovani che non hanno abbandonato la città e di notte popolano le strade del centro».
 
 
ORIETTA CICCHINELLI
 

25 Gennaio 2019
© RIPRODUZIONE RISERVATA