«“Nemesi” è come una graphic novel»
ROMA La punizione è il cambio di sesso. Letteralmente. La storia è quella di Frank (Michelle Rodriguez), killer a pagamento catturato da una chirurga plastica (Sigourney Weaver) che vuol vendicare la morte del fratello e che, per questo, lo opererà a sua insaputa per cambiargli sesso, per regalargli una tortura peggiore della morte per un macho violento costretto a capire che cosa significa vivere col corpo di una donna.
Tutto questo è “Nemesi” (in sala il 27 luglio ) che il pluripremiato sceneggiatore Walter Hill ha girato contro tutti e tutto. Come racconta: «Per me il tema è la vendetta presentata in un modo differente dal solito stereotipo e col chiaro messaggio che la vendetta può essere appagante. Il tema transgender non è il vero tema. Come dicevo, è un dark fantasy che non ha una connessione reale con la situazione che vivono i transgender. Però il film è stato attaccato ancora prima che fosse fatto da molti che ritenevano che il tema del cambio sesso non fosse adeguato a un film di genere. Non ho replicato. Ho deciso che la mia risposta sarebbe stata il film finito».
Un film che nulla ha a che vedere con i prodotti hollywoodiani che portano la sua firma e che infatti, come Hill racconta, «è stato un’avventura ma, del resto, fare un film indipendente con un budget ridotto non mi è del tutto nuovo. Credo che questo fosse l’approccio giusto per una storia che nessuno studio avrebbe, e ha fatto».
Il tutto in salsa horror e con approccio fumettistico. Non a caso: «L’ho voluto perché suggerisce la mancanza evidente della realtà quotidiana nello storytelling. Volevo la libertà dei fumetti e della graphic novel. E “Nemesi” è diventato di fatto anche la mia seconda graphic novel, pubblicata in Francia».
SILVIA DI PAOLA
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